Sguardo Pastorale

La bravura dello Spirito Santo

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“Pensate al processo degli Apostoli la mattina di Pentecoste: quella mattina era peggio! Disordine totale! E chi ha provocato quel “peggio” è lo Spirito: Lui è bravo a fare queste cose, il disordine, per smuovere…”. Così Papa Francesco terminava, in maniera sorprendente, il suo discorso ai referenti diocesi per il Sinodo.

Sono riandato a questo pensiero del Pontefice perché lo colgo come la lente d’ingrandimento attraverso la quale poter vedere meglio i cambiamenti nella prospettiva del viverli. Attorno a noi ci sono molti e continui cambiamenti rispetto ai quali possiamo anche sentirci inadatti o insicuri o confusi, ma senza i quali non possiamo vivere il tempo che ci è dato (è, infatti, un cambiamento d’epoca), e quindi non possiamo pensare di saltarlo a piè pari.

Lo Spirito Santo crea disordine quando ci chiede di fare nostri dei processi o dei percorsi di cui tutta la Chiesa non si è ancora appropriata. È quello che ci chiede di saper iniziare nelle nostre diocesi il cammino sinodale. Per cui oggi qualcuno può, ad esempio, affermare che la sinodalità è uno slogan o una facciata bella, perché, in effetti, ciò che richiede la sinodalità non è ancora innervato nelle nostre dinamiche pastorali. Ma questo basta a sminuire il cammino sinodale?

Lo Spirito Santo crea disordine, anche, quando ci apre gli occhi sulle nostre fragilità e povertà, quando l’ideale deve fare i conti con il reale. Non c’è niente di ideale anche nella Chiesa; c’è quello che siamo noi. In questi giorni ho letto un post provocatorio di un teologo: “Colpisce il caso di preti quarantenni, intelligenti, generosi, sinceri nel ministero, che dopo appena un decennio di sacerdozio lasciano la talare. Non perché innamorati di una donna, e nemmeno in modo polemico, no: sembrano solo disillusi dall’istituzione. E se ne vanno altrove”. L’ho riportato per far capire il dramma umano che in alcuni casi si consuma nella macina dello scarto tra l’idealizzazione e quello che siamo. Ma anche in questo, oltre alla fragilità della realtà, non possiamo personalmente leggerci un disordine ricreativo dello Spirito Santo che impone la necessità di un passo in avanti, nel senso di un ribilanciamento esistenziale?

Lo Spirito Santo scombina e crea disordine quando ci chiede di leggere i segni dei tempi, come indicazioni di un tempo che ci chiede di rinnovarci per essere cristiani oggi. È ciò che muove il cammino di riflessione di molte diocesi nella direzione di individuare i punti saldi per ricostruire le nostre comunità cristiane, oltre la disegnazione giuridica della parrocchia e dell’ufficio pastorale di parroco. Per molti sembra di essere di fronte ad una nuova operazione di riorganizzazione di fronte ad un imperversante secolarismo che fa dimagrire le nostre chiese. Qualcun altro si chiede se non sia una provvidenziale forzatura dello Spirito Santo che ci chiede questo dimagrimento (cf. Essere preti oggi di Giampaolo Ferri nel sito della diocesi di Mantova).

Noi con che sguardo guardiamo alla nostra storia personale e con quale sguardo ci muoviamo per vivere la nostra Chiesa?

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale