Sguardo pastorale - Cammino sinodale

La fase sapienzale

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L’ultima settimana di maggio, al termine della Conferenza Episcopale Italiana, si sono riuniti a Roma i referenti diocesani per il cammino sinodale. È stata l’occasione per lanciare la seconda fase di questo tempo sinodale e cioè la fase sapienziale, quella in cui sarà attivato un discernimento operativo. Dopo un tempo di ascolto e di lettura della realtà è il tempo di scegliere come innescare una conversione missionaria strutturale delle Chiese in Italia.

Nei giorni dell’incontro, il dialogo dei partecipanti è stato ricondotto a cinque costellazioni tematiche: 1) la missione secondo lo stile di prossimità; 2) i linguaggi, la cultura, la proposta cristiana; 3) la formazione alla fede e alla vita; 4) la corresponsabilità; 5) le strutture.

Il primo tema ha cercato di sviluppare alcune piste concrete per dare corpo al desiderio dei battezzati di partecipare ad un rinnovato slancio testimoniale della Chiesa, improntato innanzitutto ad una vicinanza verso tutti. È necessario un impegno attivo in alcuni ambiti: la costruzione della pace, la cura dell’ambiente, il dialogo tra le culture e le religioni, l’inclusione dei poveri, degli anziani, delle persone ammalate o con disabilità. Così come si desidera aprire strade da percorrere perché tutti abbiano cittadinanza nella Chiesa e per questo è necessario rendere ospitale la nostra pastorale.

Il secondo tema ha evidenziato la necessità, non più rimandabile, di una mediazione culturale dell’annuncio cristiano con il sentire e il sapere di oggi. In questo contesto si pone la questione della formazione di chi nella Chiesa ha una responsabilità ministeriale, laico o ordinato che sia. Una certa conversione interessa anche la teologia e la sua divulgazione, così appare debole anche il linguaggio liturgico: c’è la sensazione che il primo sia oggi poco rilevante e il secondo che non lasci il segno perché c’è una insoddisfazione interna che non permette di trovare nella liturgia ciò che si cerca.

Il tema della formazione alla fede e alla vita parte da alcune convinzioni: la necessità di una diversa formazione iniziale al presbiterato e al diaconato permanente nella prospettiva della sinodalità e collaborazione; la necessità di una formazione comune tra laici e preti; la centralità della Parola di Dio nell’educazione e formazione della vita cristiana; un modello formativo che vada oltre alla sacramentalizzazione; l’acquisire la capacità di accompagnare spiritualmente le persone.

Nella quarta costellazione, sul tema della corresponsabilità, si è approfondito come trovare forme effettive che riconoscano il ruolo di tutti i battezzati e la valorizzazione delle donne. La riflessione ha poi toccato i temi delle nuove ministerialità che stanno emergendo nella Chiesa, il tema della corresponsabilità nella guida della comunità cristiana, il modo di essere e di fare i preti oggi, ed, infine, la corresponsabilità espressa attraverso gli organismi di partecipazione (tema che rimanda poi a quello dell’esercizio dell’autorità nella vita della Chiesa).

Infine, il tema delle strutture materiali, amministrative, pastorali e spirituali. Nella varietà di situazioni c’è un filo rosso comune: fare in modo che le strutture siano più snelle, alimentino le relazioni e la comunione, e non siano invece fonte di appesantimento a livello burocratico e gestionale.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale