Questo ottobre missionario e in modo particolare la giornata missionaria mondiale sono accompagnati dal bel tema lanciato da Papa Francesco nel suo messaggio: “Andate ed invitate al banchetto tutti!”. È molto ispiratrice l’immagine del banchetto, così come la sottolineatura che l’Amore di Dio accoglie tutti! Da qui viene l’invito per ciascuno di noi: andate, invitate… tutti! Cioè parlate e fate conoscere l’Amore di Dio a più persone possibili! Come? Ciascuno troverà il proprio modo: con l’accoglienza, con un gesto di bene, offrendo amicizia, pazienza, gioia, speranza, misericordia nel quotidiano, … riconoscendo Gesù e testimoniando il suo Amore con la nostra vita, cura, vicinanza e presenza… Qui, dove abitiamo, nel lavoro, nel luogo dove studiamo, in famiglia, con i propri cari, in casa, con le persone che incontriamo allo sport o in parrocchia o nei luoghi che frequentiamo. Vi sembra poco? Forse no. Ciascuno con creatività e generosità troverà il suo modo specifico di donarsi agli altri, di dare un po’ del proprio tempo, di servire i più poveri, di amare “i nemici” … E chi si sente chiamato ad uscire dai propri confini per portare l’amore di Dio, ad andare nelle periferie esistenziali o nei crocicchi delle strade, tra gli ultimi, vada con gioia e speranza! “Andate, invitate tutti!”. Pensare a questo slogan mi fa venire in mente inoltre la storia di vita di una persona amica che secondo me lo incarna e vive bene… Vi racconto solo qualche aneddoto e perla di sapienza che mi ha lasciato la signora Rosa, conosciuta in Perù, a Lima, nella periferia di questa grande metropoli dove ho vissuto e operato come missionaria per cinque anni, un po’ di tempo fa. È una delle tante persone che mi è rimasta nel cuore, amichevole, umile, innamorata del Vangelo e grande evangelizzatrice. Da giovane aveva sofferto molto e viveva ancora in condizioni precarie ma dignitose; aveva deciso di farsi carico anche della nipotina per aiutare una delle figlie, sebbene lei stessa fosse già un po’ anziana. Amava trasmettere la gioia del Vangelo e lo faceva in modo semplice, con le attività quotidiane che sapeva fare: cucinando come forma di volontariato una volta alla settimana, prestando servizio nella caritas parrocchiale, offrendo un sorriso agli altri, visitando gli ammalati, … Non sapeva leggere o scrivere quindi non poteva essere una grande predicatrice, ma secondo me non ne aveva bisogno, dava un bellissimo esempio di Vangelo e accoglienza così com’era. Siccome desiderava essere missionaria, varie volte si è offerta per aiutare nella missione della Settimana Santa che vivevamo con i giovani del gruppo missionario in diverse zone delle Ande peruviane, dove prestava servizio in cucina o con altri lavori concreti fondamentali per la buona riuscita dell’esperienza, con molta semplicità e amicizia. Mi ha insegnato molto con il suo donarsi gratis per gli altri e per Dio, e con la sua fede profonda e piena di gioia. Diceva sempre che aveva ricevuto moltissimo da Dio, e che ora voleva condividere un po’ di quelle benedizioni con altri, con chi soffre, e con i giovani! La signora Rosa mi ha mostrato anche, con il suo modo di essere, che la gioia è un elemento essenziale nella nostra missione. Quando portiamo il messaggio di Cristo, non lo facciamo da semplici portavoce, ma da testimoni che hanno sperimentato la sua amorevolezza nella propria vita. La gioia cristiana non è una felicità superficiale, ma una profondità di pace e di speranza che nasce dalla certezza di essere amati e salvati. San Paolo ci esorta: “ Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi!” (Filippesi 4,4). Questa gioia diventa contagiosa: in un mondo spesso segnato dalla tristezza e dalla divisione, possiamo essere come credenti un faro di speranza per chi incontriamo. Essere inviati non è solo un compito, ma una vocazione che ci arricchisce e ci trasforma. In questo ottobre missionario, possiamo rinnovare assieme il nostro impegno a essere testimoni del Vangelo, a rispondere con gioia alla chiamata di Cristo. Ogni piccolo passo conta, ogni azione compiuta con amore fa la differenza. Ci auguriamo di poter vivere la nostra vita come una missione, lasciando che la luce di Cristo inondi le nostre vite e quelle degli altri. Siamo inviati; andiamo!
Elena Salvagnin