Nella giornata missionaria mondiale

Andate e invitate tutti

Condividere il banchetto, costruirlo assieme agli altri, vicini o lontani che siano

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In questa giornata missionaria mondiale, Papa Francesco ha scelto come motto: “Andate e invitate al banchetto tutti” (cfr Mt 22,9).
Celebrando questa giornata a pochi giorni dall’apertura dell’Anno pastorale, nella quale il vescovo ci ha consegnato una Lettera pastorale del titolo “Sulla roccia della Parola” non possiamo non comprendere il valore della Parola di Dio nella vita della Chiesa. Una Chiesa che, come ricorda il papa santo Paolo VI, nasce per evangelizzare, per portare la buona notizia del Vangelo. Il cammino che la nostra diocesi ha intrapreso in questi anni, cogliendo l’occasione del cammino sinodale della Chiesa universale, è basato appunto sulle Comunità cristiane sinodali, un cammino che davvero è insieme di uscita e di accoglienza. Nel cuore del vescovo alberga la domanda: “Come custodire tutte le parrocchie di questa diocesi e nello stesso tempo aprire una pagina nuova, creativa e generativa perché il vangelo possa essere ancora vivo per i cristiani e contagioso per quanti si erano allontanati?”. Ecco che il frutto della preghiera e degli incontri con le realtà della diocesi ha portato a intraprendere questo cammino a partire proprio dalla Parola di Dio. Questo il banchetto al quale dobbiamo sentirci invitati quest’anno. Un banchetto che è personale, un banchetto che è intimo, un banchetto che “nutre e dà Vita”. La missione nasce dalla Parola, c’è una vocazione: siamo chiamati ad annunciare il Vangelo. La Pasqua parte dalla Maddalena, dalle donne, da Pietro e Giovanni, che, chiamati e inviati dal Maestro, incontrati dal Risorto, portano a tutti la buona novella. Così anche noi a partire dal nostro incontro con il Signore Risorto, riusciremo a divenire apostoli. È la testimonianza che abbiamo ricevuto e che stiamo trasmettendo in queste settimane dopo l’esperienza missionaria in Burundi con alcuni giovani presso la Comunità delle Serve di Maria Addolorata di Chioggia, nella Diocesi di Gitega, nella più piccola nazione africana. Il nostro gruppetto, composto di 12 persone (2 preti, una suora, 2 adulti e 7 giovani) si sono inseriti nella vita quotidiana delle suore, che ruota attorno alla preghiera, all’ascolto della Parola: fin dal mattino alle 6 il canto dei salmi, la liturgia della Parola nella Messa, la meditazione, la lettura spirituale; si scandisce poi nei tempi di lavoro e di servizio in un armonioso scorrere del tempo, che diventa un unico tempo divino, un unico tempo abitato dalla presenza del Signore. Questo ascolto del Signore e della sua Parola ha fatto sì che lo stile che abbiamo incontrato nelle nostre suore non sia uno stile di “salvatori” del mondo, ma una presenza che cammina accanto ad un popolo ferito, un popolo povero, ma un popolo che si sente amato dal Signore, un popolo dove molti riconoscono la voce del Signore e per cui si consacrano a Lui nel servizio al Regno. L’accoglienza dell’invito al banchetto allora, alimentando il cuore, la mente e la vita dei cristiani, permette di assumere uno sguardo che ci fa riconoscere la novità del tempo che stiamo vivendo, la bellezza delle vite che lo Spirito ci mostra e l’impegno e continuare ad annunciare la potenza del Regno di Dio in mezzo a noi, con modalità nuove, con quelle modalità che i nostri Pastori ci stanno mostrando.
Accogliamo e mettiamo in pratica il motto paolino scelto da P. Emilio Venturini per la sua congregazione e che a lettere cubitali è scritto all’ingresso del convento burundese, come chiaro programma di vita, non solo per le suore ma per chiunque entrando e alzando gli occhi lo veda: “Urukundorwa Kristu ruraduhutagiza. Caritas Christi urget nos. La Carità di Cristo ci spinge” (2 Cor 5,14)

don Yacopo Tugnolo