Famiglie per l’accoglienza

Camminate a fianco dei vostri figli, senza spaventarvi, ma in attesa” (Papa Francesco)

La testimonianza di una partecipante

Facebooktwitterpinterestmail

Questa frase di Papa Francesco è stata il tema della giornata di “Famiglie per l’accoglienza” del Veneto che si è svolta domenica 4 febbraio proprio a Chioggia, presso l’istituto dei padri Cavanis; il lavoro di ripresa e riflessione è stato guidato dal nostro Vescovo Giampaolo che è rimasto con noi ascoltando e rispondendo ad alcune testimonianze di famiglie.

L’invito del Papa è stato analizzato nelle sue tre parti e per ognuna il Vescovo, facendoci rivivere alcuni brani della Scrittura e momenti della sua esperienza, ha risposto ad alcuni interventi di genitori che hanno raccontato fatti e dubbi del loro percorso. Siamo stati invitati a ricordare che amare la diversità di chi ci sta a fianco è una sfida affascinante, ma complessa perché dobbiamo lottare continuamente con l’immagine che ci facciamo di coloro che abbiamo vicino, curare le loro ferite rispettando i loro tempi e le loro fragilità, senza voler a tutti i costi cambiarli secondo i nostri progetti. Tra i numerosi spunti che ci ha regalato il nostro Vescovo ci hanno colpito alcuni approfondimenti:

Siamo stati invitati a riflettere sul tema dell’adozione a figli, presente nella storia del nostro rapporto con Dio Padre e così ben spiegato da alcuni passi delle Scritture. Nella Bibbia si parla poi di tanti personaggi grandi e nello stesso tempo feriti (Giacobbe, Mosè, Pietro), segnati dalla loro storia… così come i nostri figli, così fragili, ma così preziosi ai nostri occhi e soprattutto a quelli di Dio. Per fare loro compagnia siamo chiamati a rafforzare le nostre radici, la nostra unità di sposi, a cercare amici che condividano il nostro cammino e portino i pesi insieme con noi. In questo percorso il Vescovo ci ha suggerito come esempio la figura del “Guaritore ferito” che ha ben chiare le proprie fragilità, ma non si ferma a queste perché pronto a curare quelle degli altri.

Ci ha ricordato che viviamo tutti immersi in una società in cui sembra importante solo il prodotto, il risultato (per questo spesso sentiamo come un macigno il giudizio degli altri); invece ciò a cui dobbiamo puntare è il processo, il cammino, fatto di attesa e piccoli passi, senza temere di chiamare per nome le fragilità e difficoltà che si incontrano nel percorso verso la pienezza della vita. E così noi, guaritori feriti, saremo illuminati ogni giorno dalla piccola Speranza, che si leva ogni mattina costringendoci a cercare il positivo nei piccoli-grandi traguardi con pazienza e gratitudine. Ringraziamo il nostro Vescovo che ci ha mostrato ancora una volta la carezza di Gesù nelle nostre vite di famiglie adottive e affidatarie e gli chiediamo di continuare ad esserci vicino.

Susanna