Per una Chiesa che si rinnova

Facebooktwitterpinterestmail

La Chiesa la fanno i cristiani. O piuttosto la fa il Signore Dio nel sacramento del Battesimo che – a detta del catechismo – ‘ci fa cristiani’. Quando e dove ci sono i cristiani, lì c’è la Chiesa. Ogni singolo cristiano è una pietra dell’edificio della Chiesa, e tutti insieme i cristiani ne costituiscono le mura. Quando una pietra si sgretola o un muro si corrode, è la Chiesa che decade.

Un secolo fa, Romano Guardini vedeva la Chiesa risvegliarsi ‘nelle anime’. Continua ad accadere nella vita delle persone che nel tempo e nello spazio credono in Gesù via verità e vita, praticano la carità e camminano nella speranza.

La fede non è solo pensiero della mente e sentimento del cuore, né solo fatica o soddisfazione personale; la fede è esperienza di vita. La fede e la carità, e con esse la speranza, costruiscono opere di assistenza, educazione, presenza sociale, secondo la logica cristiana. Ma, prima ancora, la fede, la carità e la speranza della singola persona e di più persone insieme, si esprimono nella realtà quotidiana di casa, lavoro, rapporti sociali, ciascuno con la propria professione e mansione, nella varietà delle imprese che costituiscono l’intreccio e l’organizzazione della società.

A cavallo del primo secolo, un cristiano ignoto spiega a uno sconosciuto di nome Diogneto “perché questa nuova stirpe e maniera di vivere siano comparsi al mondo ora e non prima”. Con un linguaggio che sembra preso dal giornale di stamattina, racconta che i cristiani “vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale… Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati…. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. …. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.”

Il cristianesimo è iniziato da pochi uomini e anche oggi inizia da ciascuno di noi, nel lavoro o in famiglia, dalle piccole comunità di parrocchie o dalle fraternità dei movimenti, dai sacerdoti, dai religiosi e dai missionari. Un padre al lavoro, una mamma con i figli, un prete o una suora: da ciascuno nasce e vive la Chiesa. Un viaggio in treno o in bus può dare occasione di essere testimoni anche solo con uno sguardo, un gesto, una lettura. La bambinetta, guardando il telegiornale che racconta della morte di una giovane, dice: “Mamma, preghiamo per lei”. La preghiera, prima di mille ricerche di un colpevole o di una giustizia umana. In Giappone i cristiani hanno vissuto e pregato per 250 anni di persecuzione senza la presenza di alcun prete. Cosa chiede Dio ai cristiani? Di avere fede ed essere felici e con questa felicità diventare testimoni.

I cristiani non inventano innanzitutto dei programmi pastorali, ma vivono la realtà con un’anima e uno stile nuovi; ogni mattina spunta un germoglio che apre alla speranza nell’incontro con chi lavora, patisce, ama, vive.

La Chiesa, mentre si edifica, dona respiro, nelle case e nei luoghi di lavoro, tra parentele e amicizie, nei drammi e nelle speranze che attraversano la giornata.

La Chiesa la fanno i cristiani, con il dono dello Spirito che alita sul mondo. Che cosa resta dunque da fare per rinnovare la Chiesa e la sua missione? Resta da ‘fare i cristiani’.

Angelo Busetto