Cattedrale Chioggia - 27 maggio 2023

Lo Spirito ci rende testimoni del Risorto

VEGLIA DI PENTECOSTE. Spunti dll’omelia del vescovo

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Molto partecipata sabato sera 27 maggio a Chioggia la Veglia di Pentecoste organizzata dalla Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali. Partita dalla piazza R. Calcagno, vicino alla chiesetta di San Martino, si è svolta poi in cattedrale con letture, meditazioni, canti, preghiere proposti da vari gruppi ecclesiali tra cui l’Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Neocatecumenali, Agesci, Masci, Rinnovamento nello Spirito, ecc. All’omelia – di cui riportiamo alcuni stralci – il vescovo Giampaolo ha sottolineato il valore fondamentale della presenza e azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa, di tutti noi e della storia dell’umanità, invitando a dargli ascolto sempre confidando nel suo aiuto. 

A ciascuno dei partecipanti era stato distribuito un lume, acceso all’ingresso della chiesa e tenuto accanto durante tutto il rito come simbolo della luce che viene effusa dallo Spirito Santo. La veglia si è conclusa con la benedizione del vescovo e con un canto mariano.

Partendo dalla preghiera con cui era iniziata la serata e commentandola insieme alle letture proclamate, il vescovo ha detto, tra l’altro: “Il mistero della Pasqua è al centro di tutto, in questo senso è perenne. Se lo Spirito ci ha guidato a contemplare Gesù morto, risorto e asceso al cielo, ora lo Spirito ci chiama ad essere “testimoni e profeti”. “Nella storia dei discepoli di Cristo – ha sottolineato – lo Spirito è il dono di Dio per questo tempo che ci separa dall’incontro definitivo con Dio. È il dono promesso da Cristo, è il modo di essere di Dio in mezzo a noi. Lo Spirito ci accompagna ad essere testimoni del Risorto”.

“Lo Spirito è il Dio con noi – ha rilevato ancora mons. Dianin -, il Dio presente nella sua Parola che quando viene proclamata opera sempre in noi; presente nei segni sacramentali e in particolare nell’Eucaristia; presente nei fratelli. Opera attraverso la provvidenza che guida la storia. È colui che fa germinare sementi di vangelo nella vita nostra e della Chiesa”. 

“Lo Spirito è Dio che ci guida alla verità tutta intera: la verità intera – ha proseguito il vescovo – è sempre un oltre mai raggiunto fino in fondo; è una verità sinfonica, che chiede di mettere insieme chi ci ha preceduto, ma anche chi verrà dopo di noi, e anche chi vive e percorre strade diverse dalla nostra. …Lo Spirito ci dona l’intelletto cioè il cuore, la mente, lo sguardo profondo per entrare nel mistero. Lo Spirito ci dona la scienza, per capire, spiegare. Lo Spirito ci insegna l’ascolto e il dialogo come strumenti per cercare sempre una verità che ci supera”. 

E ancora: “Lo Spirito è il ‘consolatore’, il Dio che si fa prossimo verso di noi e ci permette di esserlo verso gli altri. Fuoco che scalda il cuore, riparo, riposo, conforto. È il volto materno di Dio. …Lo Spirito è “sapienza” nelle scelte della vita. …Lo Spirito è ‘forza’ e coraggio dentro la storia”. “Lo Spirito – ha sottolineato mons. Dianin – è ‘forza’ e coraggio che ci permette di essere oggi testimoni del Risorto. Testimoni nel mondo; potremmo dire che è il volto laico di Dio che ci fa diventare sale e lievito della storia. Ci porta il dono della fortezza che è capacità di stare in piedi nelle difficoltà come ha fatto Maria ai piedi della croce”. Attualizzando ancor più la sua meditazione il vescovo ha continuato: “Lo Spirito accompagna la Chiesa ad essere nel mondo colei che serve, è il Dio col grembiule che si china a lavare i piedi dell’umanità”. Riferendosi al racconto degli Atti che pone l’accento sul dono delle lingue recato dallo Spirito l’ha interpretato come “capacità di far incontrare i diversi, di unire le persone”. “Questo volto dello Spirito – ha precisato – è particolarmente provocante e attuale oggi….Quanta fatica a capirci, a incontrarci, a entrare nel mondo dell’altro; quanti conflitti, quanti silenzi, quanta solitudine. Se allarghiamo lo sguardo a questa nostra umanità vediamo lotte, divisioni, ingiustizie!… quanto abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste, per poterci incontrare come persone, come figli di Dio, come fratelli! Quanto abbiamo bisogno di capire la lingua dell’altro!…” “Lo Spirito – ha detto il vescovo ampliando il pensiero a tutti – accompagna i passi dei ragazzi e dei giovani, consola chi è nel dolore, renda solido l’amore, forte la pazienza”. E rivolgendosi ad ognuno dei presenti: “Lo Spirito lo riconosciamo dagli effetti. Se tu credi è perché lo Spirito ti dona di credere. Se sei capace di amare e di perdonare, è lo Spirito che te ne dà la forza. La tua fedeltà e perseveranza nel bene è dono accolto dello Spirito”. Infine – riferendosi a quanto detto dal papa il giovedì precedente a conclusione dell’assemble della Cei: “Lo Spirito crea scompiglio. Il cammino sinodale sta creando scompiglio perché ci stiamo interrogando sul presente e sul futuro. Ma poi lo Spirito è anche colui che mette ordine e genera nuova armonia”. “Vieni Santo Spirito – ha invocato a conclusione -, scendi su ciascuno di noi e su questa nostra Chiesa per i passi che l’attendono”.         (Vito)