Cammino Sinodale e Sensus Fidei

Facebooktwitterpinterestmail

“Un Sinodo per dire che cosa sia la sinodalità, che come sappiamo non è cercare le opinioni della gente e neppure un mettersi d’accordo, è un’altra cosa”, così Papa Francesco introduce le sue consegne per la tappa sapienziale del Sinodo della Chiesa ai vescovi italiani e ai referenti diocesani per il cammino sinodale, giovedì 25 maggio u.s. Eppure sin dall’inizio il Pontefice ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di tutti perché si desse voce anche al sensus fidei del Popolo di Dio e dei singoli fedeli battezzati.

Questo concetto, del sensus fidei, è ritornato più volte anche nella riflessione sinodale avviata in diocesi, ma in forma interrogativa, cioè come problematizzazione di una questione che sta a fondo: che cosa può essere ritenuto come intuizione del sensus fidei dei fedeli battezzati e chi decide di ritenerla tale oppure no?

La Commissione Teologica Internazionale, nel 2014 ha condotto uno studio che ha portato alla produzione di un testo il cui titolo è Il Sensus fidei nella vita della Chiesa. Al n. 49 vi troviamo questa espressione: «Il sensus fidei fidelis (cioè del singolo fedele, ndr) è una sorta di istinto spirituale che permette al credente di giudicare in maniera spontanea se uno specifico insegnamento o una prassi particolare sono o meno conformi al Vangelo e alla fede apostolica». Esso è legato alla fede perché da essa deriva e ne costituisce anche una proprietà. È un istinto che illumina il credente e lo guida nel mettere in pratica la fede, sviluppando il dono del discernimento. Molto approfondita è poi la descrizione di come il sensus fidei si manifesti e cosa possa determinare nella vita del credente il suo esercizio (vedi nn- 60-65). Ma il sensus fidei del singolo non può essere slegato dal sensus fidei fidelium (o sensus Ecclesiae, cioè della Chiesa) perché la fede del singolo credente partecipa della fede della Chiesa.

È in questo intreccio e legame che possiamo trovare la risposta alla nostra domanda di prima: l’intuizione di un singolo non può essere in contrasto con il sentire della Chiesa.

L’ascoltare sinodale, dunque, non è un semplice dar voce a tutti come in un parlamento per raccogliere le opinioni e trovare un accordo in una terra di mezzo, ma è lasciar spazio a quello che lo Spirito Santo può suscitare nel cuore di ogni credente quale riflessione matura sulla propria vita di fede e sulla vita della Chiesa locale. Così possono essere ascoltate intuizioni che rimettono in luce l’essenziale, ciò che è coerente al Vangelo e alla sua testimonianza, ciò che è proprio di una fede viva che costruisce la Chiesa stessa.

Il prossimo anno sarà anche per la nostra diocesi, e le nostre parrocchie, un anno di discernimento, in cui l’accoglienza di quanto emerso anche dal sensus fidei dei nostri fedeli saremo chiamati a fare delle scelte importanti, ma possiamo sentirci accompagnati e guidati dallo Spirito per il fatto che il nostro obiettivo sarà quello di rivitalizzare la nostra fede e la vita della nostra Chiesa.

Don Simone Zocca

Delegato della pastorale