Cammino Sinodale, Sguardo Pastorale

Sinodo: prime conclusioni

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Il tempo del Sinodo ha permesso alle comunità di confrontarsi e di avere l’opportunità di crescere nel dialogo e nell’ascolto. La comunità cristiana, generata e fondata sullo Spirito Santo, cresce proprio nell’ascolto e nell’accoglienza della parola che viene donata da chi si fa testimone.

L’ascolto è il presupposto indispensabile per credere in Dio e farsi testimoni credibili. Così anche per la comunità cristiana l’accoglienza e la predisposizione al dialogo e al confronto sono la premessa necessaria perché non si riduca ad essere una mera aggregazione di individui.

La discussione e il confronto su ognuno dei temi proposti ha permesso di prendere maggiore consapevolezza dell’oggettività puntuale della realtà diocesana, mettendo in luce alcuni aspetti positivi e alcune lacune.

L’attenzione pastorale di quest’ultimo decennio, in diocesi, è stata focalizzata sul ripensamento delle comunità parrocchiali in unità pastorali, su un nuovo percorso dell’IC, sul ministero presbiterale e sulla corresponsabilità. La riflessione sinodale ci ha posto di fronte al lavoro che ancora dobbiamo fare per migliorare un coordinamento della pastorale tra la diocesi e le parrocchie, ma anche per favorire una reale corresponsabilità dei laici nella conduzione della vita della comunità cristiana con una formazione adeguata. Gli organismi di partecipazione sono presenti in tutte le realtà ma a volte manca la capacità di renderli luoghi di crescita personale, di riflessione pastorale e di conduzione partecipata. Per questo servirà costituire delle équipes più ristrette, composte da persone formate, realmente disponibili a spendersi su mandato del vescovo diocesano.

Dalla riflessione sinodale, una delle maggiori difficoltà emerse proprio riguardo al coinvolgimento dei fedeli laici, sembra essere la mentalità clericale, più o meno accentuata, di una parte del presbiterio; d’altra parte anche la difficoltà di parte del laicato di assumersi una concreta e continuativa responsabilità preferendo adeguarsi al “si è sempre fatto così” o a quello che il clero è disponibile a fare. Spesso poi queste situazioni portano ad una reciproca incomprensione e ad un rimpallo di responsabilità.

La visione d’insieme lascia intravvedere una reale difficoltà di alcuni presbiteri a pensare il proprio ministero in relazione alla corresponsabilità che ogni battezzato è chiamato ad assumersi, ma anche evidenzia la presenza, in una parte del laicato, sia di una mentalità clericale sia di una immagine ormai anacronistica del sacerdote e del suo ministero.

Riteniamo che sia importante continuare la nostra riflessione sul tema della corresponsabilità attraverso una rilettura del ministero presbiterale e del volto delle nostre parrocchie. L’assunzione di una corresponsabilità passa anche attraverso una giusta comprensione dell’esercizio dell’autorità, che si combina con l’autorevolezza di una testimonianza di vita. Crescere in uno stile sinodale chiede, dunque, di continuare la riflessione anche su questo tema nonché poi su quello del discernimento nell’operatività pastorale.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale