ANCHE IL NOSTRO VESCOVO AL RITO DI BEATIFICAZIONE A BOLOGNA

Segni di una presenza

Padre Marella, oggi beato, ricordato nella “sua” isola di Pellestrina

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Don Olinto Marella è nato a Pellestrina il 14 giugno 1882 ed ha iniziato il suo ministero sacerdotale e la sua opera di educatore proprio nella nostra Isola.

Una domanda sorge spontanea: quale memoria rimane della sua persona, della sua presenza e di quei primi anni di innovative iniziative e proposte educative per la povera gente dell’Isola? Personalmente conservo un breve, ma intenso ricordo di quando ero piccolino: il mio nonno che mi chiamava in maniera concitata invitandomi ad uscire di casa perché stava passando “il don Marella”. Non sapevo chi era e probabilmente non ne avevo mai sentito parlare. Affacciandomi all’uscio di casa ho visto questo vecchietto, vestito di nero, con una folta barba bianca, circondato da numerose persone che lo salutavano e gli facevano festa: volti gioiosi, occhi che brillavano. Ed è proprio la gioia e l’entusiasmo della gente che accompagnava quel vecchio prete l’immagine che più mi è rimasta impressa di quel ricordo: sicuramente doveva essere una persona eccezionale quel don Marella. Quella prima sensazione di un bambino è diventata ammirazione e orgoglio di compaesano quando negli anni ho conosciuto meglio la sua storia e la sua opera.  Oggi, evidentemente, non è rimasto in vita nessuno dei testimoni di quella prima stagione di operosità caritatevole ed educativa che si svolse a Pellestrina all’inizio del secolo scorso. Però, i segni della presenza di don Olinto Marella si percepiscono ancora oggi nelle persone che lo hanno conosciuto, nelle varie occasioni in cui viene ricordato con affetto e ammirazione, ma anche nei luoghi che hanno visto iniziare e svolgersi la sua opera. L’A.C.S. Murazzo ha sempre curato relazioni e amicizia con coloro che hanno raccolto e continuato l’opera di don Olinto Marella a Bologna. Una delegazione di responsabili dell’Opera veniva sempre a Pellestrina nel giorno della festa della Madonna dell’Apparizione. Nella mostra allestita nella scuola Zendrini in occasione della festa c’era sempre uno spazio dedicato a don Marella; lo curava con vero amore filiale il compianto Osvaldo Zocca che è stato per anni Presidente della Fraternità Cristiana Opera Padre Marella. Pellestrina ha voluto intitolare il Centro Sportivo e il ricovero delle imbarcazioni della Remiera a don Olinto Marella: è stato proprio lui il fondatore della prima squadra di calcio per i suoi ragazzi del “Ricreatorio Popolare” e così pure l’organizzatore di gare ginniche e delle prime regate. Don Olinto è stato un grande educatore e un innovatore in campo educativo e pedagogico. Nelle nostre scuole, in varie occasioni, è stata proposta ai bambini e ai ragazzi la figura di Marella con la realizzazione di ricerche, disegni, elaborati e partecipazione a vari concorsi. Infine, basta fare una breve passeggiata per le vie del paese per imbattersi nei luoghi che hanno visto la presenza di don Olinto: la casa dove è nato con l’ampio giardino che rimarrà sempre nel cuore di don Olinto e, molti anni dopo, quando progetterà delle case per i suoi poveri di Bologna, vorrà il giardino dietro casa; il Ricreatorio Popolare dove si svolgevano tutte le attività, con il “Giardino per l’infanzia” per i bambini poveri nei confronti dei quali venne adottato l’innovativo metodo educativo della Montessori; il santuario della Madonna dell’Apparizione verso la quale don Olinto manifestò sempre una forte devozione, tanto che quando si progettò la chiesa della “Città dei ragazzi” a Bologna, don Olinto volle che nel disegno ci si ispirasse alla forma ottagonale del Santuario di Pellestrina. In questi giorni che precedono la beatificazione, nella chiesa di Ognissanti, dove è stato battezzato il 27 giugno 1882, è stato allestito un altarino con una grande fotografia di don Olinto Marella per la devozione dei fedeli e c’è sempre qualcuno che si ferma per una preghiera. Segni di una presenza da guardare e seguire.

Mauro Scarpa

Nelle foto (da sinistra): la casa natale, altarino a Ognissanti, intitolazione del centro sportivo, l’edificio del ricreatorio popolare.