Maria Madre di Dio

Facebooktwitterpinterestmail
Omelia del vescovo nelle solenni celebrazioni di inizio anno a Donzella e in Cattedrale
01-01-2023

Ci sono dei quadri che presentano Maria con in braccio il bambino Gesù che sta benedicendo. Riflettendo sulle letture di questo giorno di festa mi è venuta davanti questa immagine che sintetizza la ricchezza di questo primo giorno dell’anno.

  1. Oggi è la festa di Maria, credo la più importante delle feste mariane, perché la ricordiamo col titolo più significativo: Madre di Gesù e quindi Madre di Dio perché Gesù è il Figlio di Dio. Dante ha espresso questa incredibile verità con parole stupende: «Verine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura». Dante mette insieme gli opposti: Maria è vergine e madre, è figlia del suo figlio che è Dio, è la più umile e insieme la più alta delle creature.

Siamo contenti di iniziare il nuovo anno con lei, di porre i giorni che verranno sotto la sua protezione. Un’antica preghiera mariana dice: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo». A lei affidiamo i giorni che verranno, le persone a noi care, tutto quello che la provvidenza ci donerà di vivere, gioie e dolori, salute e malattia. Con lei accanto ci sentiamo al sicuro.

  1. Tornando al quadro da cui sono partito, Maria tiene in braccio il bambino. Questo è il secondo centro di questa festa. Dopo otto giorni risuona ancora il racconto del Natale. Vediamo i pastori che raccontano quello che hanno visto; vediamo la gente che sente e rimane stupita; vediamo soprattutto Maria che custodisce e medita. Ci piacerebbe vivere tutti e tre questi atteggiamenti: la gioia di raccontare e testimoniare dei pastori; lo stupore della gente, la meditazione interiore di Maria.

Maria custodisce e medita perché il Natale rimane un libro impegnativo che non avremo mai finito di leggere. Per lei tutto è strano, nuovo, misterioso. Il concepimento, la nascita, i pastori, i magi. Tutto è sotto la mano provvidente di Dio e lei si sente uno strumento nelle mani di Dio. Ha detto il suo sì e ormai non si appartiene più. Dio col suo permesso è entrato nella sua vita e ne è diventato il Signore.

Possono capire la condizione di Maria tante mamme che nei primi mesi di vita del loro bambino non sono più padrone di loro stesse. Il bambino detta i tempi, gli orari, fa saltare i programmi, è la causa delle gioie e delle fatiche. Maria è in balia di quel bambino, è l’icona della fede vera, concreta. Espropriata da se stessa per amore e per obbedienza a Dio. E nello stesso tempo medita e custodisce per capire.

Non è lei a scegliere il nome per il suo bambino. Non gli mette un nome che piace a lei o a Giuseppe. Il nome l’aveva già scelto l’angelo perché in quel nome c’era scritto il progetto di Dio su quel bambino. Egli sarà l’Emmanuele, il Dio con boi, sarà Gesù, colui che salva. I sogni di Maria per quel bambino sono i sogni di Dio, le sue attese e speranze sono quelle di Dio.

  1. Tornando al quadro da cui sono partito vedo ora che il bambino in braccio a Maria sta benedicendo noi che lo guardiamo. E dalla bocca del bambino sentiamo uscire le parole della prima lettura: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace».

All’inizio del nuovo anno sentiamo l’intercessione di Maria e la benedizione del Figlio. Una benedizione puntuale nelle cose che ci augura. Tutti vorremmo salute, lavoro, serenità, tranquillità. Ed è giusto chiedere e sperare questo. Ma il Signore ci dona la grazia cioè la comunione con Dio, quella comunione che il peccato rompe, ferisce. E chiede per noi il grande dono della pace.

“Shalom alekhem” è l’espressione ebraica; “pace su di voi”. E noi sappiamo che la pace come la intende la scrittura è il dono più alto perché non è solo assenza di guerre o di tensioni, ma è la pace messianica quella che canta Isaia quando dice che il lupo dimorerà insieme con l’agnello; è il paradiso anticipato qui in terra, è la comunione degli uomini tra loro e con Dio, e la gioia profonda che nessuno ci può rubare. Questo chiede il Signore per noi, e ci benedice perché questo si possa realizzare almeno un pochino.

Tutto questo diventa stamattina preghiera con le parole del salmo 66 che abbiamo letto: «Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto, perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti»