Incontro con le autorità

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Intervento del Vescovo Giampaolo nel giorno dell'ingresso in diocesi
30-01-2022

Vi ringrazio per questo incontro che vivo come un benvenuto, un’accoglienza non formale o di rito. Per me certamente non lo è.

Grazie anche del vostro omaggio, il segno del pastore che guida il suo gregge. Ma quel gregge è anche affidato a voi, alla vostra responsabilità e cura.

Con semplicità condivido gli atteggiamenti che porto dentro di me nei confronti di coloro che sono stati chiamati a servire il bene comune o che hanno delle responsabilità sociali, scolastiche, per l’ordine pubblico.

  1. Il senso delle istituzioni

Quando ho insegnato l’etica sociale ho sempre cercato di trasmettere il senso delle istituzioni. La politica è una realtà complessa e conflittuale. Lo vediamo anche in questi giorni nel travaglio per l’elezione del presidente della repubblica. Partiti e schieramenti si confrontano e non mancano i colpi bassi, quelli che umiliano le persone.

«Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna» (Rom 13,1-7).

San Paolo dice che l’autorità è da Dio non nel senso che il singolo o quel partito abbia ricevuto un mandato dall’alto, ma nel senso che la vita di una comunità esige che qualcuno la guidi, la promuova, la difenda.

Sento profondamente mio questo senso del ruolo delicato ed essenziale di chi è stato istituito in un ruolo pubblico, consapevole dell’importanza di questo compito. Un Vescovo è anche un cittadino e ha le sue preferenze politiche, ma mai può mettere in secondo piano il senso delle istituzioni, chiunque sia a rappresentarle.

  1. Collaborazione rispettosa

Tante volte le nostre strade si incroceranno perché ci stanno a cuore quelli che voi chiamate cittadini, io chiamo popolo di Dio.

Collaborare vuol dire lavorare insieme, nella distinzione dei compiti e dei ruoli, senza confusione perché è giusto che ciascuno faccia la sua parte, con le proprie competenze e assumendosi la responsabilità legata al proprio ruolo.

Il rispetto è una parola delicata: significa chiedere il permesso, non invadere, non giudicare frettolosamente l’agire altrui, non avere pregiudizi come se ogni cosa che si fa abbia sempre un secondo fine legato alla ricerca del consenso. Da parte mia vi assicuro questa collaborazione rispettosa.

  1. Fraternità umana

Papa Francesco ci ha consegnato un’enciclica molto appassionata e concreta invocando una nuova stagione di fraternità. L’amicizia è un dono raro e personale; la lotta politica ci sta ed è parte della vita sociale e politica. Ma la fraternità ci può essere anche tra chi milita in schieramenti opposti e anche se non considera l’altro amico.

Siamo tutti fratelli nella stessa umanità, condividiamo la stessa terra, respiriamo la stessa aria, ci nutriamo dei frutti della terra e del mare. La vita è contagiosa per sua natura.

Siamo persone uniche e irripetibili, ma siamo anche parte di una trama di relazioni, da quelle familiari, fino a quelle amicali e sociali. L’abbiamo compreso proprio in questo tempo di pandemia. Pensare di gestire la situazione da soli è irreale. Coloro che non vogliono vaccinarsi, per diverse ragioni sulle quali non entriamo, rivendicano una libertà individuale contro ogni costrizione sociale. Chi accetta di vaccinarsi riconosce che siamo legati gli uni agli altri e solo insieme potremo uscirne.

Confido che insieme, al di là delle idee, dei nostri valori religiosi o laici, tutti possiamo lavorare per una vera e umana fraternità.

  1. Preghiera sincera

Paolo scrive così all’amico Timoteo: «Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore» (1Tim 2,1-3).

Questa è il primo impegno e la prima promessa che faccio a tutti voi. Vi accompagno con tanta stima e simpatia; vi ricordo nella preghiera perché possiate svolgere al meglio il vostro servizio; vi seguirò e vi starò accanto in punta di piedi.

+ Giampaolo Dianin