Casa di riposo

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Intervento del Vescovo Giampaolo nel giorno dell'ingresso in diocesi
30-01-2022

Pensando a questo incontro in una casa di riposo per persone anziane mi è venuto subito davanti il quarto comandamento che dice: «Onora il padre e la madre».

Ce l’hanno insegnato a catechismo e in questo luogo vivono persone che per tanti motivi hanno bisogno di essere accuditi al di fuori delle loro famiglie naturali dove immagino tutti vorremmo rimanere accompagnati da coloro a cui siamo legati.

Penso ai figli, ai nipoti, ma anche a tutti noi uomini e donne giovani o adulti di fronte a coloro che gli anni hanno reso fragili e bisognosi di assistenza. Tutti siamo chiamati a «Onorare» questi nostri fratelli e sorelle.

Potrebbe sembrare strano che il comandamento inviti a onorare invece di esigere l’amore vista la profondità del vincolo tra nipoti, figli e genitori. L’onore è collegato alla virtù della giustizia che, a sua volta, non può essere piena senza far appello all’amore.

Onorare significa riconoscere l’altro per quello che è, in questo caso riconoscere i genitori e gli anziani come coloro che ci hanno dato la vita, ci hanno accolto, accompagnato a diventare adulti e poi ci hanno riconsegnato alla vita.

La prima condizione dell’amore è proprio la giustizia che viene espressa dal verbo onorare che, nei confronti dei genitori diventa riconoscimento del fatto che ci hanno fatto il grande dono della vita.

Ciascun figlio, ciascuno di noi, potrebbe anche avere cose da rimproverare ai propri genitori e nonni, aspetti legati ai loro limiti personali, culturali, educativi. Il quarto comandamento chiede di accogliere e riconoscere il dono ricevuto e di rendere loro un basilare debito di giustizia, condizione previa dello stesso amore.

Vivo questo momento di incontro con voi con questo spirito: sono qui per rendere onore a voi, e attraverso di voi a tutte le persone anziane, bisognose di aiuto e di sostegno.

Sappiamo bene che la nostra società si trova sempre più a fare i conti con la longevità della vita che è un dono grande ma che porta con sé anche scenari nuovi che esigono progettualità, competenza ma anche tanta umanità.

A tutti voi operatori di questa casa, a tutti gli ospiti la preghiera e l’augurio perché la cura per l’uomo e la donna, anche quando gli anni sembrano evidenziare più il peso che non la risorsa, non venga mai mano. Questo è un luogo dove l’umanità deve sempre abitare, questa è la casa dell’umanità e della cura.

«Fate agli altri quello che vorresti venisse fatto a te». Questa è la regola d’oro che dobbiamo sempre ricordare perché se ci arriveremo, tutti prima o poi avremo bisogno di essere accolti, aiutati e, lo speriamo tanto, anche e soprattutto “onorati”.

+ Giampaolo Dianin