«Custodi di pace»

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Consegna lampada della pace - Piove di Sacco, 22.06.2023
22-06-2023

Caro fratello Claudio, accolgo questa lampada che tu e la Chiesa di Padova consegnate a me e alla Chiesa di Chioggia. È un dono e una responsabilità.

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina tutti siamo impegnati a pregare. Io ad ogni celebrazione Eucaristica al momento della preghiera di Gesù chiedo a tutti di pregare per la pace. «Venga il tuo regno», preghiamo e noi sappiamo che è un regno di giustizia e di pace.

A volte mi sembra di essere ripetitivo, di annoiare che mi ascolta che ormai sa che a quel punto della Messa il Vescovo ripete sempre la stessa intenzione. Poi penso che Gesù ci ha chiesto di pregare incessantemente senza stancarci mai e allora non mi arrendo e chiedo a tutti di pregare.

È un atto di fede: crediamo che la pace, quella vera, quella che il mondo non può dare, come abbiamo sentito nel Vangelo, viene solo da Dio ed è molto di più dell’assenza di guerre. Chiediamo quella pace, lo shalom biblico, ma se anche arrivasse solo l’assenza di guerra, non sarebbe poca cosa.

È un atto di speranza, di una speranza ostinata che confida nel Signore perché solo lui può toccare il cuore di chi ha il potere di fermare le armi e convertirlo a passi di pace. Sappiamo che la guerra in Ucraina, al punto in cui è oggi, non ha soluzione se qualcuno non entrerà in una prospettiva nuova. Non ci saranno né vincitori né vinti a meno che non si oltrepassi quel confine che trasforma una guerra di logoramento in un dramma per l’umanità.

È un atto di carità verso i nostri fratelli e sorelle che soffrono in Ucraina e in tante altre parti del mondo, soprattutto di quello povero che alla fame, alla sete, alle malattie, aggiunge tante lotte fratricide che non fanno rumore perché lontane da noi.

Ecco caro fratello Claudio e cara Chiesa di Padova. Accogliamo questa lampada nella fede, nella speranza e nella carità. Ci impegniamo, come Chiesa di Chioggia a continuare il cammino che voi avete fatto ed essere noi custodi di pace.

Questa lampada ci aiuterà a tenere viva e desta la passione per la pace. Come hai scritto tu: «Vogliamo convertire il nostro sdegno in impegno; l’impegno a operare e a pregare».

La lampada girerà per i nostri vicariati e le nostre parrocchie come ha attraversato la diocesi di Padova. Non so se riusciremo a fare convegni, assemblee, confronti sul tema della guerra e della pace, ma per come oggi conosco la mia diocesi, so che la preghiera ci sarà. Sarà rivolta al Dio della pace e coinvolgeremo tutti i santi ai quali ogni parrocchia è particolarmente legata.

La presenza della lampada nelle nostre comunità sarà anche una provocazione per quell’impegno a operare di cui tu hai scritto. Operare perché le nostre comunità siano oasi di pace, di dialogo, di fraternità. Purtroppo non mancano i conflitti, le tensioni, la fatica di capirci e di camminare insieme. La lampada della pace possa illuminare il cammino sinodale che si sta aprendo per la diocesi di Chioggia alla tappa sapienziale. Il prossimo anno sarà il tempo del discernimento per arrivare a delle scelte che speriamo abbiano il volto della profezia e di una pagina nuova anche per noi e per il futuro del vangelo nelle nostre terre.

Da Pellestrina a Chioggia e Sottomarina, da Cavarzere a Loreo, da Rosolina e Porto Viro, da Taglio di Po fino al delta del Po, oggi accogliamo questa lampada e al Padre, al figlio e allo Spirito chiediamo di essere non solo custodi della pace ma operatori di pace.

+ Giampaolo Dianin