Comprendere la Bibbia - 121

Le teologie del Nuovo Testamento (I)

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L’annuncio di Gesù Cristo è il nucleo della fede cristiana, e permea tutti gli scritti e le tradizioni del Nuovo Testamento. Questa fede si manifestò in modi diversi nelle comunità cristiane a seconda della loro sensibilità e delle circostanze dando luogo a una pluralità complementare. La Chiesa, riunendo in uno stesso canone tutti questi scritti, esprime la sua capacità di incarnare la «buona notizia» di Gesù in diverse circostanze storiche e culturali e manifesta la ricchezza di questo pluralismo. Le principali teologie del Nuovo Testamento sono quattro.

  1. Teologia della memoria di Gesù. I vangeli e il libro degli Atti degli Apostoli sono scritti da questa prospettiva teologica. Si propongono di ricuperare la storia terrena del Risorto, per evitare il pericolo di considerare la fede cristiana come una serie di verità slegate dalla realtà e dai processi storici. Questo è il significato teologico del genere letterario chiamato «vangelo» e il denominatore comune dei quattro vangeli, appartenenti a diverse tradizioni cristiane.
  2. Teologia kerygmatica. La maggior parte delle lettere paoline e quella agli Ebrei hanno questa impostazione, basata sull’esperienza fatta da Paolo quando si è incontrato con il Risorto (Gal 1,11-12; 1Cor 15,8) e ha ricevuto l’incarico di predicare il vangelo. L’annuncio (kerygma) è tutto incentrato sulla morte e risurrezione di Gesù e si approfondisce quando si riflette sull’esperienza personale e comunitaria del mistero pasquale, come pure sui frutti della sua proclamazione a persone e a gruppi diversi. Si può dire che questo è l’apporto caratteristico degli scritti paolini.
  3. Teologia della prassi. Tutte le lettere neotestamentarie contengono esortazioni relative a diversi campi della vita cristiana. Alcune, che si ispirano alla tradizione sapienziale, come quella di Giacomo, la prima lettera di Pietro, la prima e la seconda a Timoteo e quella a Tito, insistono nel presentare orientamenti puntuali per la vita comunitaria e personale. Altre, come la lettera di Giuda, la seconda di Pietro e quelle di Giovanni, offrono suggerimenti per ricomporre le divisioni interne della Chiesa.
  4. Teologia profetica. L’Apocalisse ha uno stile che si avvicina alla profezia dell’Antico Testamento. Offre delle chiavi interpretative della storia partendo da Cristo, che dà nuovo dinamismo e significato alla missione profetica. In Cristo la storia ha già raggiunto il suo sviluppo definitivo, anche se permangono forze antagoniste che oscurano il suo trionfo totale, che sarà evidente e pieno solo alla fine dei tempi.

Memoria, kerygma, prassi e speranza profetica sono le colonne su cui poggiano questi modelli teologici. Memoria come ricupero della esistenza terrena di Gesù; kerygma come annuncio della sua Pasqua; prassi come conseguenza della sua azione trasformante; speranza profetica come sicurezza che già stiamo vivendo le primizie del regno di Dio di cui godremo pienamente nella vita futura. Queste quattro prospettive teologiche creano unità partendo dal pluralismo, con Cristo pietra angolare.

Gastone Boscolo