Sguardo Pastorale

Il ministero della parola e dell’accompagnamento spirituale

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In questo tempo nel quale la Chiesa è chiamata a ricentrarsi sull’essenziale e a far maturare la ministerialità laicale, un secondo “nuovo” ministero che don Andrea Toniolo indicava è quello della Parola e dell’accompagnamento spirituale.

Il ministero della Parola e quello dell’accompagnamento spirituale più che nuovi sono da rivisitare, cioè da ripensare come servizi ecclesiali che anche i laici possono compiere. Per ministero della Parola, infatti, non intendiamo esclusivamente la predicazione omiletica, perché essa spetta nella celebrazione eucaristica solo al presbitero (vescovo) o al diacono. Questo ministero è un compito proprio dei ministri ordinati, ma in forza del battesimo e della confermazione anche i fedeli laici possono essere chiamati a cooperare all’esercizio di questo ministero: con la predicazione di meditazioni spirituali, con l’istruzione catechistica, con la conduzione di momenti di preghiera attorno alla Parola di Dio (come può succedere con i più tradizionali “Incontri sulla Parola”, oppure con le “Assemblee domenicali in assenza di presbitero”).

Il rapporto con la parola di Dio è centrale nell’esperienza della vita cristiana sia come tempo personale dedicato alla preghiera e meditazione sia come ministero da compiere nella comunità parrocchiale verso altri. Se da una parte la tradizione ha legato sempre più la predicazione ai ministri ordinati, dall’altra l’opera di evangelizzazione è un dovere fondamentale di tutto il popolo di Dio. Una conversione missionaria delle nostre comunità cristiane porta all’assunzione di questa responsabilità da parte di ognuno e l’onere di una formazione più specifica da parte di alcuni che garantiscano a tutti la possibilità di adunarsi attorno alla Parola di Dio per comprenderla, meditarla e pregarla. Di fronte al calo delle vocazioni sacerdotali, e quindi all’impossibilità di garantire in ogni luogo la celebrazione eucaristica, questa ministerialità avrà un ruolo importante per mantenere vivo il senso del giorno del Signore come giorno della convocazione comunitaria.

Il ministero dell’accompagnamento spirituale si lega a quello della Parola, perché i valori della vita cristiana cui rifarsi per orientare le proprie scelte vengono approfonditi in relazione stessa alla Parola che è Cristo vivo, ma i due ministeri non sempre coincidono nella stessa persona. Se per entrambi i compiti ciò che rende credibile il ministro è la testimonianza che costui dà con la propria vita, sembra evidente, a nostro parere, che servano qualità diverse, anche se complementari, per svolgere due compiti così importanti per la vita spirituale cristiana, fosse solo per il fatto che il compito di accompagnatore spirituale richiede una capacità empatica maggiore per entrare in sintonia e confidenza con le singole persone e quindi anche delle capacita relazionali e conoscenze psicologiche adeguate.

Solo come nota finale a questo contributo: è importante ricordare il ruolo che religiosi e consacrati (non ordinati) possono avere nella vita delle nostre parrocchie riguardo proprio anche a questa ministerialità.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale