Dalla "Pastorale Familiare" di Padova

Fra bellezze e rughe

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Quando abbiamo cominciato e riflettere sul come presentare don Giampaolo e il suo contributo alla pastorale familiare nella diocesi di Padova, ci è venuto spontaneo andare nella stanza di casa nostra, laddove conserviamo album di fotografie, bollette, esami medici, pagelle dei figli e… tanti tanti appunti del nostro servizio quali incaricati diocesani alcuni anni fa, fra cui il quadernone del Biennio di Formazione 1999-2001, perché lì abbiamo incontrato per la prima volta don Giampaolo.

Toccarlo, sfogliarlo, annusarlo, ci ha ricordato le sue parole del saluto di domenica. Pensando alla chiesa di Padova, diceva “l’ho girata in lungo e in largo, ho conosciuto le sue bellezze e le sue rughe, eppure non ho mai smesso di amarla” di un amore che vede “oltre l’incanto, senza che l’incanto scompaia. E l’incanto per questa Chiesa non è venuto mai meno”.

Noi sentiamo che, al di là dei contenuti, il Biennio ha formato, noi e le centinaia di coppie che hanno vissuto questa esperienza, a stare dentro la comunità con l’essere dell’amore coniugale e familiare, che, nel tempo e nell’andare, affina la capacità di guardare con gli occhi del cuore.

Ecco, gli occhi. Con cui don Giampaolo ha molto studiato per arrivare ad avere il suo lungo e ricco curriculum, con cui ha fissato in appunti e testi riflessioni e ricerche, coordinando commissioni, associazioni, la facoltà teologica e il seminario. Cercando, nella Parola e nel Magistero, nuove vie per annunciare anche oggi che la famiglia è vangelo.

Nel nostro settimanale (La Difesa del Popolo, di Padova, ndr), la coppia di amici che ha lungamente collaborato con don Giampaolo, ha ricordato il suo contributo alla pastorale familiare: diffusione dei gruppi sposi e dei percorsi in preparazione al matrimonio, rapporto con gli altri uffici diocesani, partecipazione alle congreghe vicariali, un nuovo stile di incontro con le coppie della commissione diocesana, in famiglia, con i figli …

Aggiungiamo, riprendendo l’immagine degli occhi, la sua capacità di guardare alle persone e alle famiglie, tutte le persone e tutte le famiglie, soprattutto quelle fragili e sofferenti. Occhi che si danno il tempo per stare con, per entrare dentro, per rispettare e non giudicare, per valorizzare la vocazione coniugale e familiare, che è relazione nella quotidianità, riconoscendo, a volte con fatica, che tutto è grazia.

Non è forse questo pastorale?

Ed infine ci piace ricordare che, come avviene in famiglia, laddove si diventa sposi, genitori, nonni, inserendoci in un cammino di figli, nipoti e fratelli, don Giampaolo ha raccolto l’eredità di altri direttori dell’ufficio di pastorale familiare e l’ha offerta a chi, dopo di lui, sta camminando in un percorso sempre antico e sempre nuovo.  Con le diverse coppie che hanno fatto strada insieme.

Per questo diciamo alla comunità di Chioggia di guardare il nuovo vescovo con occhi amorevoli, e a te, don Giampaolo, di continuare ad essere uno di casa con le nuove famiglie che incontrerai, senza smettere di incantarti delle loro bellezze e rughe.

Carla e Cesare Galtarossa