ASSEMBLEA CEI, ROMA 22-25 NOVEMBRE 2021

Primi passi del cammino sinodale

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Tutti riuniti all’Ergife Palace Hotel, entrando con Green Pass e tampone, senza uscite e totalmente dediti ai lavori dell’Assemblea, gli oltre 220 vescovi italiani lunedì pomeriggio 22 scorso hanno iniziato il lavoro con il consueto incontro con papa Francesco dalle 15.45 alle 18,15.  Poi via con i lavori ‘ordinari’ in Assemblea.

Il tema centrale verteva sul Sinodo già in atto e che terrà impegnata la Chiesa universale, nella sua articolazione diocesana, nazionale e universale nei prossimi anni.

Al card. maltese Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei vescovi, era affidata la relazione base dal titolo: “Per una Chiesa sinodale: Comunione, Partecipazione e Missione”.  Di essa vorrei evidenziare alcuni passaggi che vogliono evidenziare la novità di questo ‘lavoro sinodale’, al quale tutte le Chiese sono interpellate.

“Per la prima volta – scrive il cardinale – non solo tutti i Vescovi, ma tutto il Popolo di Dio è coinvolto nel processo sinodale; non solo tutti i battezzati, uomini e donne, individualmente intesi, ma tutte le Chiese sparse nel mondo: si tratta di una decisione dalla portata enorme, di cui non siamo ancora in grado di misurare gli esiti e le conseguenze”. Questo lavoro nel quale tutto il Popolo di Dio è coinvolto trasforma il Sinodo ‘da evento a processo’ nel quale si prende coscienza che l’una e l’unica Chiesa cattolica esiste a partire dalle Chiese particolari. Questo ha voluto significare anche l’apertura del Sinodo generale a Roma il 10 ottobre e il 17 ottobre in tutte le Chiese diocesane. Se la Chiesa è universale per vocazione e missione, essa assume fisionomie ed espressioni esteriori diverse nel suo incarnarsi in ogni parte del mondo nella varietà dei terreni culturali, sociali e umani.

Il cardinale ha precisato tre aspetti che devono essere garantiti.

–        La consultazione del Popolo di Dio fa parte già del processo sinodale, non ne è la preparazione, ma fa già parte, ripeto, del processo sinodale, perché è l’esercizio in atto del senso soprannaturale della fede di tutto il popolo di Dio che ‘dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici’ esprime il suo universale consenso in materia di fede e di morale.

–        La consultazione del Popolo di Dio si svolge nelle Chiese particolari perché lì “è presente e agisce la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica”, come ricorda il Concilio Vaticano II (Christus Dominus 11). Ciò che riguarda la Chiesa universale deve passare per le Chiese particolari,

–        Il terzo aspetto riguarda la modalità della consultazione. Più che tante domande a forma di questionario essa deve riguardare l’interrogativo fondamentale che guida questa consultazione del Popolo di Dio: “Una Chiesa sinodale, annunciando il vangelo, ‘cammina insieme’: come questo ‘camminare insieme’ si realizza nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro ‘camminare insieme’?”. L’importante è che il Popolo santo di Dio faccia una vera esperienza di sinodalità, nell’ascolto reciproco.

Tutti i vescovi poi hanno lavorato un pomeriggio e una mattinata in gruppi di 12/13 ciascuno. I risultati sono stati elaborati attorno a tre tematiche:

riconoscere ciò che si vive;

interpretare il vissuto, ossia leggerlo in profondità;

scegliere alcune indicazioni e intuizioni con possibili vie concrete e operative da realizzare nel tempo.

L’Assemblea si è conclusa col pranzo di giovedì 25 novembre.

 

+ Adriano Tessarollo