Il volto di una Chiesa in uscita è definito anche dalla sua capacità di aprirsi all’accoglienza delle persone che si rivolgono ad essa, in quanto istituzione o famiglia, e ad attuare un reale ascolto dei loro racconti e delle loro esigenze.
Alla Chiesa è riconosciuta, da persone praticanti oppure no, la missione di farsi prossima alle situazioni più difficili e povere come anche ai sofferenti; è la missione affidatagli da Cristo, sebbene agli occhi di molti, al di fuori, è una missione umanitaria, per cui essa non può non dotarsi di strumenti adatti a svolgere questo compito.
L’espressione più evidente della Chiesa in questo ambito è riconosciuta nella Caritas diocesana o parrocchiale, che si presta a riflettere sulle prassi caritative e ad innescare dinamiche di ascolto e accompagnamento. Nella nostra diocesi sono stati istituiti molti centri di ascolto, sia vicariali che parrocchiali a seconda delle esigenze di comunità grandi o piccole e di un territorio eterogeneo. Altri sono allo studio.
Premesso che la carità non va delegata a qualcuno ma è una dimensione sia della vita personale di un credente che della vita di una comunità parrocchiale, è sempre più vero che le persone che bussano alle porte delle nostre canoniche hanno bisogno di qualcuno che li ascolti e li accompagni. La carità spiccia risponde solo ad un bisogno immediato che spesso rappresenta la punta dell’iceberg di situazioni personali e familiari molto più complicate. La rete di accompagnamento di cui un centro di ascolto può servirsi, interloquendo anche con le istituzioni civili, è quanto mai virtuosa. L’obiettivo alto, infatti, rimane quello di ridare dignità alla persona e rimetterla nella condizione di gestire in autonomia la propria vita.
A fianco ai Centri di ascolto Caritas, è di recente istituzione il Punto Famiglia – Centro di Ascolto alla Persona. Il Punto Famiglia, ricordiamo, è un servizio diocesano di ascolto istituito direttamente dal vescovo Adriano per garantire anche una espressione diocesana di accoglienza e ascolto gratuito delle persone che chiedono di essere aiutate ad affrontare quello che sta sotto la punta dell’iceberg. L’ascolto è portato avanti da una equipe di persone che possono rispondere ad esigenze di carattere spirituale-pastorale, psicologico, legale, sociale. Si tratta di un’esperienza ancora giovane, che sta muovendo i primi passi e che necessita di lavorare in rete con gli altri centri di ascolto.
Nei giorni scorsi, a questo proposito, è stato promosso un incontro di conoscenza reciproca tra l’equipe del Punto Famiglia e i referenti dei Centri di Ascolto Caritas in diocesi. Il dialogo ha portato alla consapevolezza che non si può prescindere da una collaborazione e da una integrazione degli sforzi. Un primo frutto di questo incontro è il desiderio di arricchire l’equipe del Punto Famiglia con un referente dei Centri di Ascolto Caritas in modo da garantire le premesse per un miglior coordinamento sia nella presa in carico delle persone sia nella progettazione di una formazione all’ascolto dei volontari.
Don Simone Zocca