A voi Catechisti.
Ormai in quasi tutte le parrocchie si sono celebrati o si stanno celebrando i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, nonostante i limiti imposti dal COVID, con notevole impegno e disponibilità di tutti: famiglie, catechisti, sacerdoti e vescovo.
Ma ora è il tempo, per famiglie, ragazzi e comunità cristiane, di ‘perseverare nell’opera incominciata”.
Papa Francesco, ancora il 30 gennaio scorso, a poso alla nostra attenzione tre punti che io desidero proporre all’attenzione, specie dei presbiteri e dei catechisti.
- Il papa parla della catechesi come ‘spazio privilegiato per favorire l’incontro personale con Gesù”. Trattandosi di incontro personale “la catechesi va intessuta di relazioni personali”. Mi viene spontanea una domanda: come le nostre comunità parrocchiali riescono ad assicurare continuità di relazioni personali ai ragazzi che alle soglie della preadolescenza sono stati introdotti alla vita cristiana con i Sacramenti del Battesimo, della Confermazione, della piena partecipazione all’Eucaristia domenicale e al Sacramento della Riconciliazione? Quale accompagnamento ‘mistagogico’ viene loro offerto perché possano vivere e sempre più comprendere quei Santi doni di cui hanno appena intuito il valore e la grandezza?
- Papa Francesco parla di una ‘rinnovata catechesi che ispiri ogni ambito della pastorale; carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economica …”. Come e chi aiuta i nostri ragazzi ad aprirsi alle ‘sfide presenti e future’, proprio in questa fase tanto delicata quanto vivace della loro vita?
- La risposta alla domanda del punto due viene dalla Comunità, lascia intendere il papa. Introdurre alla fede e alla vita cristiana, concretamente, richiede di essere introdotti in una Comunità non astratta ma reale, che vive concrete relazioni quotidiane. Scrive papa Francesco: “La catechesi e l’annuncio non possono che porre al centro questa dimensione comunitaria. Questo è il tempo per essere artigiani di comunità”.
Celebrati i Sacramenti, le nostre parrocchie non devono chiudere i battenti, ma devono offrire nuove modalità per offrirsi ai ragazzi come “comunità fraterne e inclusive”, però con fraternità e inclusività attraenti, gioiose, formativa e significative per i ragazzi stessi.
Aggiungo il mio ringraziamento per quanto fatto e auspico coraggiosi cantieri e orizzonti per continuare “a pregare e a pensare con creatività” a una catechesi che risponda alla presente situazione e a questo nostro tempo.
+ Adriano Tessarollo