Comprendere la Bibbia

Morte e sepoltura

Le usanze funebri

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Nei primi tempi della storia di Israele non si credeva in una vita dopo la morte, si pensava che i genitori potessero vivere solo nel ricordo dei figli e discendenti. Più tardi si cominciò a credere che i morti venissero accolti in un mondo inferiore (sheol), dove le persone erano ombre del loro passato. Solo all’epoca di Daniele (II sec. a.C.) si comincia a parlare di risurrezione alla vita e alla punizione eterna (Dn 12,2). L’antropologia ebraica ignora [almeno sino all’epoca ellenistico-romana] la distinzione di anima e corpo, perciò anche dopo la morte l’individuo continua a esistere in uno stato di estrema debolezza finché sussiste il corpo, o almeno le ossa. Si giustificano così le cure riservate al cadavere e la preoccupazione di assicurare al morto una sepoltura. La mancanza di sepoltura era la peggiore maledizione (1Re 14,11; Ger 16,4; 22,19; Ez 29,5), tanto che la sepoltura aveva la prevalenza anche sul riposo sabbatico. Non appena una persona moriva iniziavano pianti e lamenti, mediante i quali i familiari intendevano convincere il defunto della sincerità del loro dolore. Le famiglie ricche assoldavano gruppi di persone che facessero lamenti (Ger 9,17 18; Am 5,16). Per esprimere il lutto si indossavano abiti di sacco, ci si percuoteva il petto (Lc 23,48), ci si stracciavano le vesti e si dormiva sulla polvere (2Sam 3,31).

Gli Israeliti non praticavano né l’imbalsamazione né la cremazione dei cadaveri. Poiché il clima era molto caldo, a tre ore dalla morte il defunto veniva portato al luogo della sepoltura. Il corpo era ricoperto di aromi e unguenti che venivano compressi contro il cadavere con strati di bende. L’unguento si seccava e impregnava le bende al punto che si formava una specie di involucro protettivo duro, come un bozzolo. Sulla testa veniva posto un copricapo e spesso la bocca era tenuta chiusa con una benda che passava sotto il mento.

La sepoltura poteva avvenire in una grotta naturale o scavata artificialmente (Gen 49,29 32; Gdc 8,32). Le grotte naturali venivano allargate e dotate di nicchie in cui si potevano adagiare i corpi. Quando i corpi si erano decomposti, le ossa venivano rimosse, poste in vasi di pietra e conservate in un angolo, le nicchie risultavano così disponibili per altre sepolture. L’apertura della tomba veniva chiusa con una pietra a forma di disco che scorreva in una fenditura o con un macigno che si appoggiava sull’apertura bloccandola. Le caverne per le sepolture e i sepolcri erano dipinti di bianco, come monito affinché i vivi si ricordassero della presenza dei defunti (Mt 23,27). Un altro sistema di sepoltura era l’inumazione, il luogo della sepoltura era indicato da pietre. I cimiteri erano sempre fuori dei villaggi e delle città (Lc 7,12), solo i membri della famiglia reale erano sepolti entro le mura di Gerusalemme (1Re 2,10). Dopo la sepoltura, si teneva un banchetto funerario (Ger 16,7); il lutto poteva durare una settimana o più (Dt 34,8).

La donna che sopravviveva al marito veniva a trovarsi in una posizione difficile, dal marito infatti non poteva ereditare nulla, poteva però rimanere nella famiglia del marito se un parente stretto l’avesse sposata (matrimonio leviratico). Il più delle volte la vedova si trovava senza sostegno finanziario, perciò la Torah stabiliva che le vedove dovessero essere protette (Dt 10,18; 24,17-21). Nella società antiche l’unico mezzo che le donne sole avevano per guadagnarsi da vivere era la prostituzione.

Gastone Boscolo