Riflessioni del vescovo (III - fine)

Quaresima e Battesimo: la confessione nel cammino di conversione quaresimale

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Verso la fine del tempo di Avvento, data la pandemia, ho dato disposizione ai parroci, in accordo con le nostre Chiese del Triveneto, perché facessero ricorso alla forma straordinaria del Sacramento della Penitenza che prevede l’assoluzione pubblica generale dei presenti, previo ascolto della Parola di Dio, il riconoscimento personale dei propri peccati, l’impegno personale di una rinnovata vita cristiana, la preghiera e l’invocazione comunitaria del perdono. Si ricordi che la preghiera comunitaria è sempre anche personale! Questa opportunità è stata accolta positivamente dai fedeli che hanno partecipato numerosi, specie nella fascia degli adulti. Inoltre queste celebrazioni sono state vissute in clima di preghiera attenta e sincera.  Anzitutto invito ad approfittare del tempo di quaresima per accedere alla confessione individuale nei tempi e modi consentiti e possibili per gli stessi presbiteri nelle condizioni di sicurezza. E poi, ripresentandosi ora le medesime condizioni sanitarie, rinnovo a tutti i parroci e sacerdoti responsabili di comunità la stessa indicazione data in occasione del Natale, di proporre cioè ai fedeli la celebrazione pubblica con assoluzione generale nel periodo 22-30 marzo. Questa volta però aggiungo ai sacerdoti di richiedere ai fedeli che intendono accedere alla celebrazione pubblica del Sacramento della riconciliazione di prendere parte ad una celebrazione preparatoria. Lo scopo è di offrire ai fedeli un momento di confronto serio e attento sulla propria vita alla luce della Parola di Dio e di invocare il perdono in una preghiera prolungata e personalmente nei giorni che precedono la Celebrazione comunitaria del Perdono nella quale riceviamo la ‘Remissione dei peccati’. Allo scopo ho anche proposto una preghiera personale che i sacerdoti possono rendere disponibile ai partecipanti (o altro simile da loro predisposto). Questo lavoro preparatorio ha lo scopo di portarci a vivere ‘fruttuosamente’ il Sacramento della ‘Penitenza’ perché in essa non manchi la verifica personale della nostra vita davanti al Signore e alla sua Parola e da questa verifica scaturisca un impegno serio di ‘conversione/cambiamento’. E’ infatti questo il vero cammino ‘penitenziale’ che scaturisce dal riconoscimento della propria condizione e dall’esperienza del perdono gratuito ricevuto. Tutta la vita del battezzato infatti è ‘penitenziale’. Dal giorno del battesimo ha inizio un cammino continuo, impegnativo e spesso sofferto, per rispondere al suo dono e conformare la nostra vita all’amore che ci è stato rivelato e donato in Cristo Gesù. A questo tendono le varie preghiere, i gesti di carità, la giustizia, il digiuno, l’elemosina, i tempi liturgici dell’Avvento e della Quaresima, i pellegrinaggi, la pratica delle indulgenze, l’accettazione delle tante sofferenze e delle rinunce piccole o grandi. E’ questo il senso dell’invito: ‘fate penitenza”! Quindi ognuno, davanti al Signore e alla propria coscienza, deve maturare la consapevolezza della necessità di una conversione che scaturisce dal riconoscimento della propria situazione di peccato o di indifferenza all’amore di Dio e del prossimo o della trascuratezza della propria vita di preghiera, dei propri impegni personali, familiari e sociali. Solo allora l’invocazione del perdono diventa vera e non solo formale. Nella celebrazione pubblica del perdono non sarà il confessore a ‘farci la predica’ ma sarà la Parola di Dio a giudicarci e sarà la nostra coscienza e responsabilità a riconoscere e ad assumere i giusti e necessari rimedi per una progressiva ‘conversione e crescita’ nella vita di figli di Dio offertaci nel Battesimo. Con l’augurio e la preghiera perché davvero viviamo un vero cammino di conversione quaresimale e accogliamo con gioia il Perdono, la Riconciliazione e la Remissione dei peccati che Dio, in Cristo e nello Spirito, ci offre nel Sacramento della divina Misericordia.

+ Adriano Tessarollo