Alcune indicazioni diocesane per attività estive in parrocchia

ragazzi di corsa
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Come Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, sentiamo il dovere di presentare alcuni orientamenti e norme riguardo la ripresa delle varie attività giovanili, in modo specifico circa il periodo estivo che da sempre è particolarmente fertile e foriero di esperienze formative, che non possono che arricchire la vita dei ragazzi e dei giovani. A livello organizzativo non è stato possibile strutturare anzitempo le attività estive data l’incertezza generale che ha caratterizzato gli ultimi tempi. È anche vero però che pian piano sembra si stia iniziando a vedere una luce in fondo al tunnel. Anche noi vogliamo iniziare a scommetterci e a credere in modi e soluzioni nuove per poter riprendere il cammino.

Questa la nuova grammatica dell’incontro: – la valorizzazione del singolo (più che del “gruppone” come in passato); – l’accoglienza gratuita e senza pregiudizi; – il dono di leggere nel cuore dell’altro che si traduce nella capacità di leggere e esprimere le proprie emozioni (anche negative) per aiutare a tirare fuori anche le emozioni dei bambini/ragazzi; – l’attitudine all’ascolto e lo spazio per il racconto; – la giusta distanza (che si tradurrà molto concretamente anche nel mantenere le distanze, l’uso della mascherina, dei giochi senza contatto).

Come già espresso dal Vescovo Adriano, e dalle linee guida nazionali “Aperto per ferie”, è il tempo di coinvolgere tutta la comunità cristiana, riconoscendo che essa è la comunità che celebra, che annuncia, che vive la carità, che educa. Presbiteri, laici responsabili e giovani animatori, siano coinvolgenti presso le famiglie. Le famiglie in questi mesi sono diventate scuole, chiese, centri sociali, luoghi ricreativi, i genitori sono sempre stati mediatori tra noi e i ragazzi, quest’estate potranno essere i nostri bambini e ragazzi ad essere mediatori con i loro genitori. Ecco perché come comunità cristiana occorre continuare a crescere nell’alleanza educativa verso le giovani generazioni, ma al contempo anche alle loro famiglie.

Esortiamo allora a non aver eccessivo timore, a sentire la Diocesi e l’Ufficio di Pastorale giovanile vicini, per sciogliere dubbi, difficoltà e richieste. In fase di progettazione e organizzazione consigliamo: la costituzione di un gruppo tecnico-operativo, fatto di volontari adulti, che si prenda in carico di creare le condizioni per il rispetto delle regole nell’accoglienza dei gruppi, per la pulizia degli ambienti fra un turno e l’altro, per rendere disponibile a tutti il necessario per l’igiene personale.

Parte normativa

Il 13 giugno 2020, con ordinanza regionale n°59, la Regione Veneto ha diffuso le “Linee di indirizzo per la riapertura dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza 0-17 anni” specificando  le “regole aggiornate” valide per la Regione Veneto. Si trovano sulla pagina https://www.giovanipadova.it/estate-2020/

Mettiamo in evidenza i seguenti elementi:

  • Il responsabile dell’attività dovrà trasmettere al Comune competente, prima dell’avvio della stessa, la dichiarazione di presa visione delle linee di indirizzo regionali e di impegno al rispetto delle stesse. Non è necessario il rilascio di autorizzazioni o approvazioni aggiuntive da parte delle singole Aziende ULSS e dei Comuni di riferimento.
  • Predisporre per genitori, bambini e personale una adeguata informazione su tutte le misure di prevenzione da adottare. Prevedere segnaletica, con pittogrammi e affini, idonea ai minori.
  • Dovrà essere garantita una zona di accoglienza oltre la quale non sarà consentito l’accesso a genitori e accompagnatori.
  • Gli ingressi negli ambienti parrocchiali – con l’utilizzo di un unico punto di accesso – dovranno essere scaglionati (così come le uscite): E’ dunque da prevedere la rilevazione quotidiana della temperatura corporea per tutti gli operatori, bambini, genitori/accompagnatori. In caso di T >37.5 °C il soggetto dovrà essere allontanato. In caso di febbre del genitore/accompagnatore il minore non potrà accedere al servizio. Preferibilmente gli accompagnatori non dovranno essere persone con più di 60 anni.
  • Invitare il personale e i genitori all’auto-monitoraggio delle condizioni di salute proprie e del proprio nucleo familiare, ed informarli circa i comportamenti da adottare in caso di comparsa di sintomi sospetti per COVID19.
  • Prevedere un rapporto tra personale e minori di 1:5 per bambini da 0 a 5 anni, di 1:7 per bambini da 6 a 11 anni e di 1:10 per ragazzi da 12 a 17 anni. Se si prevedono bambini con disabilità, il rapporto è di 1:1.
  • La composizione dei gruppi di bambini deve essere il più possibile stabile nel tempo e dovranno essere evitate attività di intersezione tra gruppi diversi,
  • La mascherina di protezione delle vie aeree deve essere utilizzata da tutto il personale e dai bambini e ragazzi sopra i 6 anni di età.
  • Mettere a disposizione idonei dispenser di soluzione idroalcolica per la frequente igiene delle mani in tutti gli ambienti, in particolare nei punti di ingresso e di uscita.
  • Sanificazione e pulizia degli ambienti. Tutti gli ambienti parrocchiali verranno sottoposti a una sanificazione iniziale, così tutte le operazioni successive di pulizia dovranno essere svolte dai volontari del centro estivo (non sono obbligatorie sanificazioni all’ozono o simili). Gli ambienti utilizzati dovranno essere opportunamente sanificati prima e dopo lo svolgimento di ogni “turno” di attività.
  • È difficile immaginare le gite e le escursioni così come le abbiamo sempre fatte, soprattutto per i costi che i trasporti potrebbero avere. La bicicletta (magari in collaborazione con le associazioni sportive per l’accompagnamento in sicurezza) è una soluzione interessante, così come i percorsi a piedi.
  • Criteri di accesso. Il rispetto delle disposizioni con ogni probabilità si tradurrà in un minor numero di bambini/ragazzi che possono partecipare in contemporanea all’esperienza. È probabile che si debbano dire dei no: è bene che la scelta dei criteri arrivi attraverso una lettura sapiente della realtà. Le disposizioni indicano come possibili criteri: la partecipazione in passato alle attività istituzionali dell’ente organizzatore, nuclei familiari monoparentali con genitore lavoratore, entrambi i genitori lavoratori, presenza di fratelli o sorelle minorenni, disabilità, situazioni di fatica familiare.

E’ richiesta l’intesa con l’Autorità comunale competente per le specifiche attività.

Aspetto economico

La parrocchia cercherà di contenere al minimo le spese. Alle famiglie si chiederà il contributo necessario richiesto alla realizzazione dell’attività, tenendo conto dei contributi vari che potranno venire da varie parti: Comuni, Regione, altri Enti e Diocesi che saranno comunque resi noti. Una commissione diocesana valuterà il progetto presentato alla Diocesi stessa e stabilire ripartizione dei contributi ricevuti.