PROPOSTA DI PREGHIERA DEL VESCOVO ADRIANO - 2

Digiuni o nutriti diversamente?

La situazione attuale e l’impossibilità di vivere appieno “il giorno del Signore”

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La situazione sanitaria continua a richiederci di non radunarci insieme la domenica a vivere nelle nostre chiese la celebrazione eucaristica. Ma questo non ci toglie di poter vivere “il giorno del Signore”, nei suoi altri aspetti che lo caratterizzano.  

Ci ricorda il Concilio Ecumenico Vaticano II al numero 106 della Costituzione sulla Sacra Liturgia che nel giorno del Signore, o domenica, “i fedeli devono riunirsi insieme per ascoltare la Parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della Passione, della Risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li ha rigenerati per una speranza viva mediante la Risurrezione di Gesù Cristo dai morti”, cioè nell’Eucaristia domenicale i cristiani si riuniscono come famiglia dei figli di Dio intorno alla mensa della Parola e del Pane della vita. Ora nella nostra situazione non ci è dato di riunirci insieme per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, ma, grazie ai tanti mezzi di cui oggi quasi tutti possiamo usufruire, ci è dato però di ascoltare la Parola di Dio, di meditarla riunendoci insieme in famiglia.

Vi vorrei proporre lo stesso insegnamento biblico/conciliare sulla capacità ed efficacia della Parola di Dio ad alimentare la fede e nutrire la nostra vita spirituale, attraverso tre brevi passi della Costituzione Conciliare sulla Parola di Dio:

-n. 21: “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli… Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell’anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio» (Eb 4,12), «che ha il potere di edificare e dare l’eredità con tutti i santificati». (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13).21”.

-n. 25: “Parimenti il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere «la sublime scienza di Gesù Cristo» (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. «L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo». Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo… Si ricordino però che la lettura della sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l’uomo; poiché «quando preghiamo, parliamo con lui; lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini».”.

-n. 26: “Come dall’assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall’accresciuta venerazione per la parola di Dio, che «permane in eterno» (Is 40,8; cfr. 1 Pt 1,23-25)”.

Avendo a disposizione la Parola di Dio nelle nostre case, possiamo dire di sentirci privi del nutrimento della nostra vita spirituale, sostenuta in questi giorni da un più abbondante ricorso alla mensa della Parola meditata e pregata? Così pure magari possiamo trovare modo, al posto della colletta (offerta domenicale che facciamo in chiesa), di andare incontro personalmente a qualche vicino o povero con un nostro gesto di carità o di aiuto, estendendolo possibilmente durante la settimana. E coltiviamo il desiderio profondo di poter finalmente riunirci nuovamente insieme nell’assemblea liturgica domenicale a condividere la comunione allo stesso Pane di vita della Parola e della Mensa eucaristica.

Intanto accogliamo l’invito che il Padre ha rivolto sul santo monte ai tre discepoli nel vangelo di domenica scorsa: “Questi è mio Figlio… ascoltatelo”! Nel Vangelo egli continua a parlarci!

Per la preghiera suggerisco in questa settimana di pregare, facendolo gradualmente nostro, il salmo 63.

Salmo 63(62)

1.O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,

ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne

in terra arida, assetata, senz’acqua.

2.Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.

3.Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

4.Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne,

a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

  1. A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene.

(Il salmo avrebbe un’altra strofa che nel suo uso liturgico è stata tralasciata).

E’ un salmo del desiderio: già si può anticipare in che cosa consiste il desiderio fondamentale che accompagna non solo la vita ma tutto l’essere dell’uomo:

– cercare Dio è la vita;

– incontrare Dio è la morte;

– possedere Dio è il paradiso o l’eternità.

  1. Il primo pensiero allo svegliarsi del mattino è ‘cercare Dio’.

Come per uno che si sveglia assetato, il primo desiderio è un bicchiere di acqua fresca che si beve come la terra arida del deserto la assorbe, così il desiderio di Dio pervade tutto l’uomo, anima e carne, desiderio e fragilità.

  1. Il tempio, come luogo dell’incontro di Dio sulla terra e manifestazione della sua presenza e grandezza, spinge il fedele ad accorrervi per rinnovare nella preghiera la certezza dell’amore del Signore che è più forte della morte (vale più della vita) e renderGli lode.
  2. Questa consapevolezza cambia il senso e la qualità della vita del fedele: essa diventa lode, preghiera e gioia.
  3. Anche nelle ore della notte, nei momenti di veglia, il pensiero spontaneamente va a Dio, riconoscente per l’esperienza positiva della sua presenza. Presenza di protezione materna e paterna espressa nell’immagine dell’uccellino che se ne sta al sicuro e sereno protetto sotto le ali dell’uccello padre o madre.
  4. Il salmo si conclude con l’abbraccio finale di colui che prega, che si sente avvolto dall’abbraccio paterno e materno di Dio al cui collo egli si stringe. E si sente sicuro sostenuto da quel braccio amoroso e sicuro della destra di Dio che non lo lascerà cadere. Nel Salmo 131 (130) leggiamo: “Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”.

Lasciamo che le immagini del Salmo ci coinvolgano anche emotivamente, perché la preghiera non sia solo fatta di cose da chiedere, di formule da ripetere, ma ci apra a sentimenti di amore, fiducia e tenerezza verso il Signore che ci ama teneramente. Ripetiamolo più volte con calma e lasciamoci prendere dalle immagini stesse del salmo.

+ Adriano Tessarollo