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Sogni, responsabilità, fede: le domande dei giovani e le risposte del papa

Il vescovo, presente ai cinque giorni, ci ricorda i punti salienti dell’intervento del papa.

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Sabato sera, 10 agosto, circa 70.000 giovani al Circo Massimo hanno potuto ascoltare Papa Francesco rispondere ad alcune domande che gli sono state poste e poi accogliere con gioia il suo messaggio. La prima domanda è relativa risposta del papa ha riguardato i sogni e l’identità del giovani. La risposta del papa si è concentrata sulle due parole “sogni e paure”. “Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita…. Certo, i sogni vanno fatti crescere, vanno purificati, messi alla prova e vanno anche condivisi.

Ma vi siete mai chiesti da dove vengono i vostri sogni? I miei sogni, da dove vengono?” Dunque una valutazione critica dei sogni e sulla loro origine. “I sogni grandi sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, di seminare fraternità, di seminare gioia, come oggi; ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il NOI”. “Sapete? I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti. Fanno paura, perché quando un giovane sogna va lontano. Forse perché hanno smesso di sognare e di rischiare. Tante volte la vita fa che gli adulti smettano di sognare, smettano di rischiare; forse perché i vostri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita, sogni che vi portano a fare la critica, a criticarli. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni”. “Cari giovani: “no” alla paura.

Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada: non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a realizzare i vostri sogni…”. La seconda domanda riguardava l’impegno e la responsabilità. Qui la risposta del papa si è soffermata sul rapporto libertà/scelta. “L’idea di scelta che oggi respiriamo è un’idea di libertà senza vincoli, senza impegni e sempre con qualche via di fuga: uno “scelgo, però…”. “Scelgo, però non adesso ma quando finirò gli studi”, per esempio. Lo “scelgo, però”: quel “però” ci ferma, non ci lascia andare, non ci lascia sognare, ci toglie la libertà. C’è sempre un “però”, che a volte diventa più grande della scelta e la soffoca. È così che la libertà si sgretola e non mantiene più le sue promesse di vita e felicità”. “Allora dobbiamo chiederci: dov’è il mio amore, dov’è il mio tesoro? Dov’è la cosa che io ritengo più preziosa nella vita? Gesù parla di un uomo che aveva venduto tutto quello che aveva per comprare una perla preziosa di altissimo valore. L’amore è questo: vendere tutto per comprare questa perla preziosa di altissimo valore. Tutto. Per questo l’amore è fedele. Se c’è infedeltà, non c’è amore. Rischiate sull’amore!”. La terza domanda verteva sulla fede e la ricerca di senso. Ecco il cuore della risposta del papa. “Non tutti i “perché” hanno una risposta. Perché soffrono i bambini, per esempio? Chi mi può spiegare questo? Non abbiamo la risposta. Soltanto, troveremo qualcosa guardando Cristo crocifisso e sua Madre: lì troveremo una strada per sentire nel cuore qualcosa che sia una risposta… .

Se io cristiano, sia un fedele laico, una fedele laica, un sacerdote, una suora, un vescovo, se noi cristiani non impariamo ad ascoltare le sofferenze, ad ascoltare i problemi, a stare in silenzio e lasciar parlare e ascoltare, non saremo mai capaci di dare una risposta positiva. E tante volte le risposte positive non si possono dare con le parole: si devono dare rischiando se stessi nella testimonianza. Dove non c’è testimonianza non c’è lo Spirito Santo. Questo è serio”.

Delle altre parole del Papa ai giovani riprendo questa constatazione e invito: “Cari amici, vi siete messi in cammino e siete venuti a questo appuntamento. E ora la mia gioia è sentire che i vostri cuori battono d’amore per Gesù, come quelli di Maria Maddalena, di Pietro e di Giovanni. E poiché siete giovani, io, come Pietro, sono felice di vedervi correre più veloci, come Giovanni, spinti dall’impulso del vostro cuore, sensibile alla voce dello Spirito che anima i vostri sogni. Per questo vi dico: non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila.

Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fraternità: rischiate, andate avanti! E’ stato bello e faticoso il cammino per venire a Roma; pensate voi, quanta fatica, ma quanta bellezza! Ma altrettanto bello e impegnativo sarà il cammino del ritorno alle vostre case, ai vostri paesi, alle vostre comunità. Percorretelo con la fiducia e l’energia di Giovanni, il ‘discepolo amato’”.

Dell’incontro di domenica mattina ricordo solo quanto il papa ha fatto ripetere ai giovani e cioè che fare il male è male ma anche non fare il bene è male. Che questi pensieri ed esortazioni di Papa Francesco rimangano vivi nella nostra memoria e portino frutto nella nostra vita di tutti i giorni.

+ Adriano