Una festa… per tutti noi

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SOLENNITA’ DI OGNISSANTI

Il 1° novembre in un’unica grande festa il ricordo di tutti i Santi

Una festa… per tutti noi

Martedì 1° novembre è la solennità di tutti i Santi (vedi foto), festa che ha per oggetto la glorificazione dei Santi che sono in cielo: Angeli, Martiri, Confessori, Vergini. La sua origine viene dalla commemorazione di tutti i martiri che fin dal V secolo si faceva in alcune chiese particolari. Infatti, terminata l’epoca della persecuzione, si sentì il bisogno di presentare all’imitazione dei fedeli anche le anime che si erano santificate nelle condizioni di tempo e di luogo comuni a tutti. Con questo nuovo indirizzo, la festa di tutti i Martiri fu trasportata dal 13 maggio al 1° novembre, e dedicata a tutti i Santi del paradiso. Tale solennità viene dalla Chiesa Orientale e fu accolta a Roma quando il Papa Bonifacio IV il 13 maggio del 609 ottenne dall’imperatore Foca il Pantheon, che Marco Agrippa aveva dedicato a Giove Vendicatore e lo consacrò dedicandolo a Maria SS.ma Regina di tutti i Martiri. Il tempio fu chiamato S. Maria ad Martires. Per quanto sia grande il numero dei Santi di cui la Chiesa celebra la memoria nel corso dell’anno liturgico, è certo infinitamente più grande il numero di coloro dei quali non si conosce il nome, le virtù, le età, le condizioni sociali, che sono però “Santi” avendo vissuto nella Grazia di Dio, nei deserti, nei monasteri, tra i professionisti, tra gli operai, tra le donne di casa, tra i poveri, tra gli ammalati e che sono ovviamente in Paradiso.

Ci sovviene, a tal punto, quell’immensa folla di cui parla l’evangelista san Giovanni: “Che nessuno può contare, di tutte le genti, tribù e popoli e lingue che stanno davanti al trono e davanti all’Agnello, rivestiti di bianche vesti, con le palme nelle mani”; noi veneriamo, così, quei virtuosi che nell’oscurità della loro condizione e tra tribolazioni e privazioni di ogni sorta, condussero una vita innocente e santa; quelli che non si sono lasciati abbagliare dalle cose del mondo, ma le hanno valutate nella loro realtà e che ora godono della visione beatifica di Dio, per l’eternità.

Giorgio Aldrighetti

Da Nuova Scintilla n.40 – 30 ottobre 2016