La storia del cimitero di Chioggia

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Le varie tappe dalla fine del ‘700 ad oggi

La storia del cimitero di Chioggia

Sino alla fine del Settecento, le salme delle persone riguardevoli del mondo civile ed ecclesiastico erano tumulate all’interno delle chiese, come testimoniamo le numerose lastre tombali presenti nei pavimenti degli edifici sacri, mentre tutti gli altri venivano sepolti – per lo più – accanto alla Cattedrale, nei cosiddetti “giardinetti del Sagraèto”. In base alle disposizioni delle leggi napoleoniche – che giudicavano non adatti, per motivi d’igiene pubblica, i luoghi per la sepoltura all’interno dei centri abitati – si decise, nel 1797, di trasferire il camposanto nei pressi di un orto a San Francesco fuori le mura. Tuttavia ci si rese presto conto che anche questa nuova area era troppo angusta e vicina alle abitazioni e così si pensò al terreno dell’ex monastero dei Camaldolesi, dove esisteva una chiesa dismessa e diroccata, dedicata a San Giovanni Battista, dalla quale prese il nome il nuovo cimitero. Il pubblico demanio, di conseguenza, cedette tale sito al Comune per l’importo di 16.000 lire. Altre ipotesi di luoghi di sepoltura che erano state ventilate presso l’Isola dei Saloni e presso la località dei Sette Morti, nelle vicinanze di Conche, furono scartate.

I lavori del nuovo cimitero si completarono solo nel 1816, quando il vescovo mons. Giuseppe Maria Peruzzi benedisse, il 28 settembre, il nuovo camposanto di San Giovanni. Il successivo 6 ottobre, alle 9 del mattino fu tumulata la prima salma di Maria Teresa Bellemo del fu Antonio, vedova di Giuseppe Tiozzo, morta all’età di 57 anni, cui seguì la sepoltura di un bambino di tre anni. In seguito, il cimitero San Giovanni venne più volte ampliato. Nel 1822 il Comune costruì una grande cella centrale che servì per molti anni come cappella e fu consegnata alla Confraternita del Ss.mo Sacramento della Cattedrale, con la benedizione impartita dal vescovo Fra’ Ludovico Marangoni, nel 1885. Nel 1890 una nuova cella fu acquistata dallo stesso presule per sé e per i suoi successori: le sue spoglie, però, nel 1972 furono traslate nel presbiterio della Cattedrale, assieme ad altri presuli. Nel 1886 furono innalzati i muri di cinta e costruito il portale d’ingresso con la scritta “In Christo dormientibus” fatta scolpire dall’allora sindaco Emilio Penzo. Nel 1895 il Comune acquistò una parte della Sacca San Zuanne e quindi raddoppiò l’estensione del cimitero, costruendo anche una casa da destinare al custode e una cappella. Nel 1922 fu affidata la custodia del cimitero all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, con l’arrivo, il 16 di agosto, del primo cappellano, Fra’ Eliodoro da Enego. Risultando, infine, la cappella troppo angusta, si decise di fabbricare l’attuale chiesa dedicata a San Giovanni Battista e a sant’Antonio di Padova (vedi foto). L’Ordine dei Frati Cappuccini mantenne poi la custodia sino a pochi anni or sono. Ora la chiesa è officiata dal clero diocesano.

G. Aldrighetti

Da Nuova Scintilla n.40 – 30 ottobre 2016