La festa nel 60° di sacerdozio di don Fabio Calore

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Ca’ Lino – Isola Verde. Un lunghissimo e fruttuoso ministero parrocchiale con la stessa “famiglia” ecclesiale

La festa nel 60° di sacerdozio di don Fabio Calore

Una “Lettera” per l’importante Anniversario: il percorso di vita, le difficoltà, le realizzazioni, la gratitudine al Signore. La riconoscenza dei fedeli

“Alle ore 10 del 29 Giugno 1954, esattamente 60 anni fa, il vescovo Piasentini, in Cattedrale a Chioggia, mi amministrava il Sacramento dell’Ordine Sacerdotale”. Così don Fabio Calore inizia la sua “Lettera” alla comunità di Ca’ Lino e Isola Verde in occasione del 60° Anniversario di ordinazione. E ricorda l’invito del vescovo: “Vai a professare la grande dottrina e il mondo resterà avvolto di una luce, di un fulgore mai visto. Incontrerai coloro che non credono o non trovano riposo per i loro corpi, scenderà per un poco nelle anime loro la solitudine e tu fa’ ch’essi oggi si preparino per il domani, affinché siano uniti nell’Amore. Questo messaggio portalo ai semplici e ai potenti, ai reprobi e ai buoni, ai padroni e ai servi, perché sono anime che progrediranno nell’infinita vita per la conoscenza del supremo Bene”.

 

Don Fabio ripercorre poi le tappe del suo ministero elencando con precisione il numero delle persone accompagnate alla fede nella sua Ca’ Lino – Isola Verde, dove opera ininterrottamente da ben 44 anni. “Cinque anni servii in Cattedrale, cinque anni a Contarina, cinque anni a S. Martino di Sottomarina e poi l’approdo a Ca’ Lino – Isola Verde nel settembre del 1970, cioè 44 anni fa. In questo tempo di Grazia accolsi nella comunità ecclesiale 454 bambini (Battesimi), condivisi il “primo” Pane Eucaristico con 425 adolescenti (1ª Comunione), preparai all’effusione dello Spirito Santo 483 ragazzi (Cresime), benedissi l’amore di coppia di 187 famiglie (Matrimoni) e accompagnai alla dimora eterna 261 fratelli (funerali).”.

Questa fu ed è la sua famiglia!

Don Fabio evoca anche tre episodi tristi che hanno segnato il suo cammino.

“La prima esperienza brutale arrivò in una serata di maggio 1979 quando aprii la porta, alla richiesta d’aiuto di tre individui irriconoscibili per il calzamaglia; ma non feci in tempo a richiuderla immediatamente perché mi sopraffecero e mi tramortirono colpendomi la nuca con il calcio della pistola. A nulla valsero le urla di mia mamma scaraventata giù dalle scale e il soccorso della sorella percossa in malo modo. Bottino? Le poche offerte che dovevano servire per l’acquisto dei DVD di musica sacra. Più grave la disgrazia della morte di mamma avvenuta poco dopo questa sventura.

La seconda disgrazia fu quando un folle pregiudicato agli arresti domiciliari in Bacucchino diede fuoco (il 12/11/1995) con bomba molotov all’interno del salone Polivalente dell’Isolaverde (ex poligono di tiro militare): incendiando un tavolo e 5 sedie di plastica e annerendo tutto, rese inutilizzabile quell’ambiente. La terza esperienza fu il furto ripetuto più volte del microfono sopra l’altare e lo scasso per tre volte del portacandeline, sia nella chiesa di Ca’ Lino come in quella dell’Isolaverde”.

Cita poi anche “i sette ricoveri all’ospedale per riabilitarmi nel servizio”.

Ma continua con entusiasmo: “Con tutto ciò, il bello, l’utile, l’indispensabile fu l’associazionismo di centinaia di persone, specie giovani per incontri formativi. I ricordi tornano alla memoria guardando le numerose foto che immortalano momenti e persone nel mio tempo. Critiche?… tante, pesanti, sciocche, calunniose,… ma Gesù (non regge il paragone) fu messo in croce! Quello che si vede non può essere cancellato, specie la caratteristica chiesa dell’Isolaverde – il Centro Sociale Parrocchiale con piazza e parcheggio a Ca’ Lino, compreso il ripristino della chiesa e le centinaia di dipinti sparsi in ogni dove. Se … tanto mi dà tanto… ringrazio la Provvidenza che mi ha permesso di aiutare i fratelli affidatimi”.

Il suo ricordo diventa preghiera profonda e riconoscente. “Lo Spirito Santo e Gesù Eucaristico furono con la Mamma Celeste le colonne, la fiducia, la speranza realizzata, la forza di fare, la salute per lavorare e il bacio dell’amore infinito del coraggio. Grazie! Grazie!”.

Così come hanno espresso sincera riconoscenza al Signore e al “loro” don Fabio Calore, con intenso affetto, i numerosi fedeli e i molti ospiti, domenica 29 giugno, nelle varie messe da lui celebrate, in una rinnovata giovinezza, a Ca’ Lino e a Isola Verde.   (Vito)

 

da NUOVA SCINTILLA 28 del 13 luglio 2014