Attenzioni ulteriori e consigli

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Finestra sulla liturgia

Attenzioni ulteriori e consigli

Verrebbe da chiedersi se la partecipazione all’assemblea dei fedeli ha di suo la necessità di essere solennizzata o invece quella di restare appiattita da una insostenibile routine. Ad esempio: per togliere un po’ di piattume non sarebbe opportuno far entrare con la processione d’inizio i lettori e il salmista? Senza avere il problema della veste, poiché solo i ministri istituiti devono indossarla. Essi assieme al sacerdote e ai ministri escono e dopo aver proclamato la Parola ritornano tra l’assemblea. Poi come sarebbe bello se con un tono semplice si desse l’annuncio della lettura e pure la conclusione invitando l’assemblea alla risposta: “Rendiamo grazie a Dio”! Piccole cose che solennizzano questo incontro

fontale con la Grazia di Dio. Anche nel discendere e nell’alternarsi con il lettore del salmo o della seconda lettura le cose devono avvenire con semplicità e senza ulteriori cerimoniosità. Terminata la seconda lettura, o dopo il salmo nelle messe della feria, segue l’acclamazione al vangelo. È più corretto usare questa denominazione che “canto al vangelo”, visto che non sempre si canta. Non si deve dire “in piedi”; il celebrante alzandosi fa alzare anche l’assemblea. Se il coro o l’animatore del canto fa iniziare il canto, il lettore attende per la lettura del versetto alleluiatico; se non si legge torna al posto subito, terminata la lettura. Ecco perché serve coordinamento, evitando la improvvisazione; si deve conoscere tutta la ritmicità della celebrazione ed essa diverrà momento di lode e preghiera e non improvvisazione sterile. Aggiungo qui qualche considerazione sulla preghiera dei fedeli. In “Principi e Norme del Messale Romano” è scritto che tocca al diacono o a un cantore o a qualche altra persona proporre le intenzioni, dopo aver invitato alla risposta (PNMR 47,66,70). La preghiera dei fedeli, anche preparata dalla comunità (come sarebbe più vera, anziché letta da foglietti scritti mesi prima o “universali”!), dovrebbe essere letta con armonia e semplicità. Attendere la risposta dell’assemblea per non sovrapporre le voci. Possono leggere anche i bambini, ma un’intenzione, lasciando poi agli adulti (a volte i bimbi leggono cose che non comprendono, il che non è neppure educativo). Dopo aver letto le intenzioni, prima di ritornare al posto, è bene aspettare che il celebrante abbia concluso l’orazione finale. (don Nicola Nalin)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 43 del 17 novembre 2013