Maria, parte della nostra vita cristiana

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Qui è lei che chiede qualcosa a ciascuno di noi
25-06-2022

Ricordiamolo quel giorno: 24 giugno 1508. Un semplice ortolano venuto qui per verificare i danni di un forte temporale quando questi luoghi non erano pieni di impianti balneari, ma di campi e di orti. Una signora maestosa, tutta vestita di nero, sedeva sopra un tronco scaraventato sulla spiaggia dai flutti del mare in tempesta. L’ortolano rimase sbigottito e la Signora gli rivelò di essere la Madre di Gesù, facendogli coraggio ed invitandolo a recarsi dal vescovo per avvertirlo che i peccati dei chioggiotti sfidavano la giustizia di Dio e che si doveva predicare con tenacia la penitenza. Poi la Signora salì su una piccola barca che era accostata alla riva, ma prima di allontanarsi e scomparire, aprì il suo mantello mostrando il corpo di Gesù ferito e sanguinante, facendo capire che quel figlio era stato ridotto così anche dai peccati dei chioggiotti. Sono passati 514 anni da quei fatti ma come non riconoscerne l’attualità. Oggi come ieri Maria potrebbe ripetere le stesse parole per me, per ciascuno di noi, per la Chiesa di questo tempo.

Oggi contempliamo Maria che tiene tra le braccia il figlio appena morto e calato dalla croce. Lei è rimasta ai piedi della croce; il vangelo ci dice che Maria “stava” ai piedi della croce. Ferma, immobile, silenziosa, impietrita, concentrata solo sul Figlio.

È il momento più drammatico della vita di Gesù ma anche di Maria. Gesù è arrivato al compimento di una lunga storia d’amore. Quella morte, non cercata, l’ha assunta come supremo atto d’amore. L’aveva detto: «Il buon pastore dà la vita per le sue pecore»; e ancora: «Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici». Anche per Maria quello è il momento più drammatico. Tutto si raccoglie in quel luogo: il sì detto a Nazareth, la spada che il vecchio Simeone le aveva profetizzato, il silenzio e il suo custodire tutto nel cuore, la fede.

Vorrei condividere con voi tre aspetti di questa scena evangelica.

  • Maria ha amato e creduto fino alla fine

Sotto quella croce Maria è prima di tutto la mamma di Gesù; non poteva essere altrove una madre, nessuno sarebbe riuscito ad allontanarla da quel luogo. La morte del figlio è stata un altro doloroso travaglio, un parto verso un’altra vita per il figlio amato.

Sotto quella croce Maria è anche la donna di fede che continua a credere. Non si arrabbia, non urla, non accusa chi l’ha condannato ingiustamente e nemmeno i discepoli che sono scappati. Continua a credere come aveva fatto 33 anni prima a Nazareth e come ha continuato a fare ogni giorno discretamente accanto al figlio.

La fede diventa tale soprattutto quando ci manca la terra sotto i piedi. Quando tutto va bene non è difficile credere; sotto la croce Maria ci ricorda che quando siamo immersi nel buio, quando il cuore è a pezzi, quando ci sentiamo abbandonati anche da Dio, quello è il momento in cui dire “credo, mi fido”. Lei ci insegna la fortezza per saper stare nei temporali della vita senza scappare, starci per amore, per fedeltà.

  • Maria è parte della nostra vita cristiana

Sotto quella croce Maria non è sola, accanto a lei c’è il discepolo amato. Loro hanno saputo arrivare fin lassù, hanno saputo amare fino in fondo. Pietro aveva provato ma non ce l’aveva fatta; gli altri erano nascosti chissà dove. Giovanni e Maria, condotti dall’amore, ce l’hanno fatta.

Nella consegna del discepolo alla madre e viceversa c’è qualcosa di intensamente umano ma anche di altamente spirituale. Il discepolo amato ci rappresenta tutti perché tutti siamo discepoli amati. Il discepolo accoglie la Madre “fra quanto gli è proprio”. Non si tratta soltanto dell’accoglienza “in casa sua”. L’espressione va riferita a tutto il mondo vitale, all’ambiente esistenziale, alla vita interiore di Giovanni. Maria fa parte della Chiesa e della vita di fede del discepolo come bene prezioso, madre, maestra.

La Madre entra nel più profondo della vita del discepolo, ne fa ormai parte come bene irrinunciabile. Il nostro legame con Gesù è così forte che Gesù ha voluto che il discepolo fosse intimamente parte del legame terreno più forte di Gesù, quello con la madre. Veramente siamo parte della famiglia di Gesù anche per questo legame con la madre.

  • Maria ci mostra quel figlio

È molto forte la scena dell’apparizione della Navicella. Maria ha questa missione: mostrare il Figlio, toccare il nostro cuore mostrandoci il suo dramma, invitarci alla conversione, cioè a credere, a seguirlo, ad amarlo. Non lo fa annunciando castighi, come se fosse Dio a castigarci. I castighi ce li creiamo noi allontanandoci da Dio; senza Dio siamo navi che affondano senza scialuppe di salvataggio, siamo scalatori di ferrate ma senza nessun appoggio per non cadere.

Oggi ancora una volta Maria ci mostra il Figlio e ci ripete le stesse parole: conversione, vita cristiana, amore a Dio, coerenza di vita. In tanti luoghi mariani andiamo per chiedere qualcosa, qui è lei che chiede qualcosa a noi, è lei che invoca quasi un miracolo da parte di ciascuno di noi. Ascoltiamo la voce della madre e non lasciamo che si allontani su una navicella in attesa di rivederla l’anno prossimo.

+ Giampaolo vescovo