Buona Pasqua 2022

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Messaggio alla Diocesi di Chioggia in occasione della Santa Pasqua 2022

Cari fratelli e sorelle della Chiesa di Chioggia,

giunga a ciascuno di voi l’augurio della Pasqua: Cristo è risorto, rallegratevi ed esultate.

Immagino che qualcuno penserà che il nuovo Vescovo non si rende conto della realtà. Questo non sembra proprio un tempo per rallegrarsi e tanto meno per esultare. Non siamo ancora usciti da una lunga pandemia e ci troviamo immersi in una guerra incomprensibile e inaccettabile. Come possiamo esultare? Dove possiamo trovare motivi per gioire?

Ma è proprio la drammaticità di questo tempo che ci chiede di tornare alle ragioni più profonde della nostra vita di credenti. Duemila anni fa il Signore è morto a causa della cecità e della durezza del cuore di uomini e donne di quel tempo che rappresentano la cecità e la meschinità di tanti nostri fratelli e sorelle di ogni tempo.

Oggi Cristo muore ancora nelle città dell’Ucraina, è esule e profugo, piange e si lamenta, è vittima ancora una volta della miseria umana. «Qualunque cosa farete al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Siamo ancora una volta immersi nel mistero della sofferenza e della morte che ci inquieta, ci turba, ci lascia confusi e anche oppressi davanti alle immagini e ai racconti che riempiono da un mese la televisione e i giornali. Come possiamo rallegrarci ed esultare?

La Pasqua è la ragione della nostra speranza, e di fronte alla durezza del cuore che tocchiamo con mano e che il dialogo e nemmeno le sanzioni economiche riescono a scalfire, sentiamo più che mai che solo la luce del Risorto può toccare il cuore di pietra e farlo diventare un cuore di carne, capace di onorare la carne di coloro che sono nostri fratelli e sorelle e non possono essere trattati come un incidente di percorso di una volontà di potenza che potrà avere anche delle motivazioni storiche e politiche, ma che non può mai arrivare a uccidere e tanto meno a farlo in modi così efferati e disumani.

Il motivo della gioia sta tutto nella speranza anticipata che presto questo orrore possa finire e quello che oggi celebriamo, la risurrezione del Figlio, possa essere anche il principio della risurrezione di tanti fratelli e sorelle oppressi sotto il peso delle bombe.

Ci rallegriamo ed esultiamo per la risurrezione del Signore, primizia della nostra risurrezione, ma anche speranza affidabile di ogni rinascita. Ci rallegriamo per la salvezza che ci è stata donata a caro prezzo, quello della morte del Figlio per amore dell’uomo. È lui, il crocifisso glorioso, il motivo della nostra gioia profonda che non cancella il disagio e la tristezza, ma ci apre alla speranza.

Per me questa è la prima Pasqua che celebro con voi cari fratelli e sorelle. Sono passati più di due mesi dal mio arrivo in mezzo a voi. Celebrare la Pasqua è un dono e una grazia. Mi sembra di vivere la prima Pasqua e lo è realmente come Vescovo. Sento mio lo stupore delle donne davanti al sepolcro vuoto, il timore degli apostoli, la forza di Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro, le inquietudini dei discepoli di Emmaus, la fragilità di Tommaso che vorrebbe vedere e toccare, l’attesa del dono dello Spirito per avere la forza di portare a tutti la gioia del Signore risorto.

L’augurio che rivolgo a voi è che anche per ciascuno di voi possa essere una prima Pasqua, non l’ennesima Pasqua, come se si trattasse di una tradizione ormai consumata dal tempo e dalla sua ripetizione. Tutto per me è nuovo, tutto possa essere nuovo anche per ciascuno di voi.

E allora benché avvolti da tanta inquietudine, leviamo il capo e sentiamo tutta la forza della Pasqua: Cristo è risorto, rallegratevi ed esultate.

+ Giampaolo Vescovo    

Chioggia
17-04-2022