«FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME» L’EUCARISTIA E LA VITA SPIRITUALE

Facebooktwitterpinterestmail
LETTERA ALLA DIOCESI PER L’ANNO PASTORALE 2025-2026

Il santo viaggio che stiamo vivendo nella nostra diocesi è frutto del cammino sinodale della Chiesa italiana che abbiamo fatto nostro e ci ha portato, dopo la tappa dell’ascolto e quella del discernimento, a fare delle scelte che ora stiamo cercando di attuare, anno dopo anno.

La prima scelta, strutturale ma anche di sostanza, è stata quella di fare un passo ulteriore rispetto alle unità pastorali esistenti.

L’istituzione di 17 Comunità cristiane sinodali esplicita alcune consapevolezze chiare: abbiamo bisogno di costruire “comunità” di fratelli e sorelle che sono insieme nel nome di Gesù e del vangelo. Queste comunità devono ritrovare la loro identità che il termine “cristiane” richiama e distingue da dei semplici luoghi di incontro, di feste e di servizi religiosi. E, infine, il termine “sinodali” rappresenta la sfida di andare oltre la centralità del presbitero per assumerci tutti le responsabilità legate al Battesimo per essere membra vive della Chiesa.

Abbiamo scelto quattro aspetti che abbiamo chiamato “muri portanti” delle Comunità cristiane sinodali: la Parola, l’Eucaristia, la fraternità e la missione. Dopo aver sostato lo scorso anno sulla Parola, in questa seconda tappa mettiamo al centro il secondo muro portante: l’Eucaristia e la cura della vita spirituale.

Scrive il Concilio: «Non è possibile che si formi una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità. A sua volta la celebrazione eucaristica, per essere piena e sincera, deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all’azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana»1

.L’Eucaristia è al centro della comunità cristiana fin dai primi secoli del cristianesimo: «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42). La Chiesa inizia il suo cammino nella storia a Pentecoste e ogni domenica i cristiani si riuniscono per ascoltare la Parola e celebrare la Pasqua.

Giovanni Crisostomo scriveva: «Che cos’è infatti il pane? È il corpo di Cristo. Cosa diventano quelli che lo ricevono? Corpo di Cristo; ma non molti corpi, bensì un solo corpo. Infatti come il pane è tutt’uno, pur essendo costituito di molti grani, e questi, pur non vedendosi, comunque si trovano in esso, così la loro differenza scompare in ragione della loro reciproca perfetta fusione; alla stessa maniera anche noi siamo uniti reciprocamente fra noi e tutti insieme con Cristo»2. Dopo aver consacrato il pane e il vino, la Chiesa prega invocando un secondo dono dello Spirito proprio per la comunità cristiana: «A noi che ci nutriamo del corpo e del sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito»

.

Consegno a tutto il santo popolo di Dio della nostra diocesi questa lettera pastorale con la speranza che presbiteri e diaconi, consacrati e consacrate, movimenti e associazioni, tutti insieme facciamo nostro questo cammino e contribuiamo a custodire e far crescere la fede e la vita cristiana nelle nostre terre.

Chiedo a Dio, a Maria e a tutti i nostri Santi di aiutarci e sostenerci in questo cammino perché non rimaniamo fermi nelle nostre tradizioni, ma siamo capaci di mettere il vino nuovo del vangelo in otri nuovi.

 

01-10-2025