L’itinerario delle religiose

Apertura dell'anno formativo USMI - Ne parla la coordinatrice diocesana

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Sabato 5 ottobre abbiamo vissuto una mattinata molto movimentata e positiva. Innanzitutto le suore hanno potuto usufruire della proposta di “Cuore Amico” e sottoporsi a un controllo dello stato pressorio, glicemia, colesterolemia. L’équipe degli infermieri di cardiologia di Chioggia e dei volontari era guidata dal primario dottor Roberto Valle.
Il centro della mattinata è stata la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal nostro vescovo Giampaolo. Assieme al vescovo hanno concelebrato il delegato per la vita consacrata, don Angelo Vianello, e alcuni religiosi presenti in diocesi: Salesiani, Cavanis, Francescani, Canossiani. È stata una celebrazione molto intima e solenne. I canti sono stati eseguiti in modo armonioso dalle suore stesse con chitarra, tamburo e cabaza.
Il vescovo, commentando la liturgia del giorno, ha affermato: “Tutto si può raccogliere in un invito alla fiducia, in un sincero abbandono in Dio e nella sua provvidenza, liberandoci da ogni dubbio, dalla pesantezza che spesso ci opprime, dalla sfiducia che è un tarlo che rovina quello che facciamo. Giobbe ci consegna per primo questa fiducia. Egli si inchina di fronte al mistero di Dio e della vita. «Ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me che non comprendo». La sofferenza, l’esperienza del limite, la prova, invece di portare Giobbe a un dubbio sistematico su Dio, hanno purificato la sua visione di Dio”.
Commentando poi il brano del vangelo ha sottolineato che il Maestro e i discepoli si regalano gioia, gratitudine, fiducia, speranza. Ma andando in profondità Gesù li invita a cercare i veri motivi della loro gioia: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». La vera gioia, ha aggiunto, dipenda dal vostro legame con Dio, dalla certezza di essere amati e mandati da lui. E poi la gioia, il successo si trasformano in preghiera. «Ti benedico, Padre, perché hai aperto il cuore dei piccoli».
E rivolgendosi a noi religiose ha concluso: “Vi accompagno in questo nuovo anno che si apre con tanta gratitudine per quello che siete e fate. Parola e speranza saranno i vostri compagni di viaggio. La parola, lampada per i miei passi, e la speranza, quella che Giobbe ci regala col suo abbandono in Dio e che Gesù ci conferma, ricordandoci che i nostri nomi sono scritti in cielo”.
Al termine della celebrazione abbiamo presentato il calendario dei ritiri per l’anno 2024-2025. Don Carlo Beorchia SdB così ha riassunto il tema di fondo che lui stesso ci proporrà durante quest’anno: “L’anno giubilare ci invita a meditare sul tema della speranza. Di più: l’anno giubilare ci invita a concretizzare e mettere in moto azioni di speranza! Il percorso dei ritiri mensili per l’anno ‘24-’25 intende offrire le necessarie provocazioni affinché ogni consacrata possa riscoprire, nella propria vocazione e vita, i semi di speranza che sempre necessitano di essere riconosciuti, coltivati e portati a frutto. Si approfitterà della Lettera Pastorale del vescovo Giampaolo per affrontare il tema della speranza a partire dalla declinazione di un verbo che spesso incontreremo nell’anno: il verbo ‘costruire’. Quest’ultimo ci aiuta a pensare alla vita e alle nostre persone come a un cantiere – immagine già cara al percorso sinodale intrapreso in questi anni – presso il quale adoperarsi in un atteggiamento di disponibilità e di conversione, di ascolto e di creatività spirituale”.
Abbiamo avuto tra noi anche Davide Cecchini che ci ha spiegato l’importanza della compilazione dell’8 per mille e chi lo può presentare. Abbiamo concluso la nostra mattinata con il pranzo tutti assieme, il vescovo Giampaolo, don Angelo i religiosi e le religiose presenti, eccetto alcune che per vari impegni non hanno potuto fermarsi. È stato un momento di convivialità fraterna e di dialogo, si è creato un clima semplice e gioioso. Il nostro ringraziamento innanzitutto a don Angelo, nostro delegato, sempre propositivo e collaborativo e a tutte le suore della diocesi che hanno contribuito a trascorrere la mattinata nella lode, nel dialogo e nell’accoglienza reciproca.