Riflettendo sul vangelo - Domenica Terza di Pasqua - Anno B

La sorpresa della fede oltre l’incertezza e il dubbio

Vangelo di Luca 24, 15-48

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Con il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua (Lc 24, 35-48), ci si congeda, per così dire, dai cosiddetti racconti delle apparizioni, cioè da quei brani di Vangelo che raccontano le varie esperienze di incontro con Gesù Risorto vissute dai discepoli nei giorni immediatamente successivi all’annuncio della tomba trovata inspiegabilmente e incredibilmente vuota.

La Risurrezione è davvero un mistero difficile da comprendere e, più ancora, da vivere. Lo vediamo nelle reazioni degli apostoli e il vangelo di oggi ce lo testimonia: ‘Sconcerto, paura, turbamento, dubbio, stupore e incredulità’: sono solo alcuni dei sentimenti che l’evangelista Luca evidenzia, “Credevano di vedere un fantasma. Per la grande gioia ancora non credevano” (v. 37).

Quanto assomigliamo a questi discepoli confusi e smarriti. Quanta fatica facciamo anche noi a riconoscere il Risorto presente nella nostra vita.

I due di Emmaus avevano incontrato Gesù e lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane, nel gesto, cioè, dell’amore che si dona. Tuttavia, rimane in loro ancora qualche dubbio, o almeno lo stupore davanti ad un evento così straordinario e Gesù tenta di dimostrare loro di essere proprio Lui, morto sulla croce, ma ora veramente vivo.

C’è poco da fare: o di fronte al Risorto facciamo un cammino di conversione, di cambiamento di mentalità che porta dall’incredulità alla testimonianza, oppure c’è il rischio che la Resurrezione rimanga un bel racconto, una bella storiella che non sarà capace di cambiare la vita di nessuno. Gesù non è un libro di ricordi, un album di foto da mettere nella vetrinetta del soggiorno: Gesù è vita, e siccome lui è vita, vuole che lo siamo anche noi, testimoniando vita in tutto ciò che facciamo.

In questa domenica siamo portati, anche alla luce di quanto il Vangelo di Luca ci ha suggerito, a fare esperienza di Pasqua. L’evangelista, infatti, ha a cuore la realtà e la certezza della Pasqua. Sente il desiderio di dire a tutti, che essa non è un racconto, non è una favola e non è nemmeno l’apparizione di uno spirito, ma è un fatto concreto, realmente accaduto, infatti:“Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse ‘Pace a voi’” (v. 36).

Abbiamo veramente bisogno di aprire la nostra mente. Il Risorto lo fa con i suoi discepoli, apre la loro mente  sulle Scritture rivelando il vero senso di esse.

Anche a ciascuno di noi, se ci lasciamo penetrare dalla sua Parola viva, il Risorto si rivela. Ascoltandolo, possiamo percepire la sua voce che ci trasforma il cuore, e possiamo vederlo guardando con gli occhi della fede che sanno scorgere anche l’invisibile.

Ecco allora che l’esperienza del riconoscimento del Risorto avviene dopo un cammino in cui ogni discepolo vive il dubbio davanti allo scandalo della croce, fintanto che Gesù stesso non lo soccorre andandogli incontro per aiutarlo a ripartire da laddove si è arrestato incapace di comprendere, come il racconto dei discepoli di Emmaus ci narra. (Lc 24,17).

Dobbiamo ammettere con sincerità che in tanti momenti ci lasciamo avvolgere dalla tristezza, dallo smarrimento, dal dubbio, perché dimentichiamo che il Signore è il Risorto ed è sempre con noi: ci turbiamo per le prove che dobbiamo affrontare e non notiamo che proprio attraverso di esse facciamo l’esperienza del mistero pasquale.

Possiamo affermare, allora, che l’esperienza della resurrezione non è per i pigri e, tantomeno, per i creduloni, ma è qualcosa di faticoso e di molto sofferto che ci impegna ad una ricerca continua dove non si può evitare il fallimento e il conseguente smarrimento. Tuttavia, per chi non desiste, è riservata la scoperta di Gesù che con dolcezza e pazienza, come nei confronti degli apostoli, ci dice di essere proprio Lui che, morto sulla croce ora è vivo.

Don Danilo Marin