Sono Daniele Mozzato, ho 34 anni e ad oggi sono l’unico seminarista della nostra Diocesi (in realtà, oltre a me, c’è un altro ragazzo che è impegnato nel cammino di discernimento propedeutico al seminario). Essendo l’unico seminarista, durante la settimana (dalla domenica sera al sabato mattina) risiedo presso il Seminario Maggiore di Padova. A Padova, oltre a vivere la vita comunitaria e la formazione umana e spirituale, studio presso la Facoltà Teologica del Triveneto (sono al secondo anno del ciclo istituzionale di Teologia). Nel fine settimana, invece, svolgo il mio servizio presso l’Unità Pastorale di Rosolina, Volto e Albarella.
Sono originario di Villaggio Busonera, una piccola parrocchia del cavarzerano, dove sono sempre stato molto attivo: il coro, il catechismo, i chierichetti, ecc. Oltre a questo c’era il mio percorso formativo: l’istituto agrario prima, la laurea (triennale e magistrale) in scienze forestali e ambientali poi e, visto che la voglia di studiare non era ancora finita, il dottorato di ricerca in economia agraria. Ed è così che mi sono ritrovato a lavorare nel mondo della ricerca all’interno dell’università, fino ad arrivare anche all’insegnamento dentro alla stessa facoltà nella quale ero stato studente. Ma dentro il mio cuore ho sempre portato delle domande di senso, che per molto tempo sono rimaste in disparte, in attesa che io prendessi in mano la mia vita per capire come spenderla al meglio.
Nel settembre del 2018 ho accettato la proposta dell’allora nuovo rettore del seminario della nostra Diocesi, don Giovanni, che mi chiedeva di entrare a far parte del Centro Diocesano Vocazioni, così da formare, con altri giovani e adulti, un’équipe che lavorasse per avviare l’esperienza dei gruppi vocazionali diocesani (per i quali sono impegnato ancora oggi). Lavorando con i ragazzi, però, sono finito, quasi senza che io me ne accorgessi, a lavorare anche su me stesso. E così, nel tempo, ho maturato la scelta di abitare una dimensione nuova per me, fino ad arrivare alla decisione di incamminarmi lungo il percorso di formazione in seminario, non tanto in virtù della certezza della meta (che resta comunque sperata nel cuore), quanto più nella certezza che darmi del tempo per stare con il Signore Gesù è un dono grande che mi faccio e che Lui fa a me, accompagnandomi per mano a scoprire quel sogno che Egli ha per me da sempre.
Inseguire questo sogno è quindi il primo motivo per cui desidero diventare prete. Solo nella sequela di Cristo, infatti, sento che la mia vita può trovare piena realizzazione: stare con Lui, camminare dietro a Lui, affidarmi a Lui è quello che cerco di fare giorno per giorno. Ancora, desidero diventare prete perché sento una chiamata a svolgere un servizio di cui c’è bisogno, di cui la mia e nostra Chiesa di Chioggia ha estremo bisogno, non tanto per la carenza di preti (che pure è innegabile) quanto più per l’urgenza di portare Cristo tra la gente e formare comunità sempre meno legate al “si è sempre fatto così” e sempre più radicate in Cristo stesso e nel suo Vangelo. Io non salverò nessuno, poiché Cristo ci ha già salvati tutti, ma voglio e chiedo a Lui la forza di impegnarmi a dare tutto quello che posso per portare il suo messaggio di amore e di libertà.
Con queste speranze arrivo a dire, in piena libertà, un primo “Eccomi” al Signore Gesù, chiedendo al nostro vescovo Giampaolo di essere ammesso tra i candidati agli Ordini Sacri del diaconato e del presbiterato. Il rito di ammissione sarà celebrato il prossimo giovedì 9 maggio, alle ore 21, presso la Parrocchia di Rosolina. Chiunque abbia piacere di parteciparvi e può essere presente è ben accetto. A tutti, però, chiedo soprattutto un ricordo nella preghiera a sostegno del mio cammino incontro al sogno che Dio ha per me.
Daniele Mozzato, seminarista