Marcia della Pace 2024

Il racconto e le testimonianze della giornata

Organizzata dall'Azione Cattolica diocesana

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La Pace in testa! Vivere le nuove tecnologie con testa e cuore

All’inizio dell’anno il Papa ci ha lasciato il suo messaggio per la giornata mondiale della pace, messaggio incentrato sulla crescita e l’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo d’oggi. Papa Francesco nel suo messaggio scrive così, riprendendo un passo della Gaudium et spes: “col suo lavoro e col suo ingegno l’uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita. Quando gli esseri umani, «con l’aiuto della tecnica», si sforzano affinché la terra «diventi una dimora degna di tutta la famiglia umana», agiscono secondo il disegno di Dio e cooperano con la sua volontà di portare a compimento la creazione e di diffondere la pace tra i popoli”.
Un invito quello di Papa Francesco ad usare bene l’intelligenza artificiale, ribadendoci ancora una volta che, come ogni cosa, può avere delle promesse che possono cambiare in meglio il modo non solo della comunicazione e del bene, ma comporta anche dei rischi, che non vanno sottovalutati, bensì vanno cerchiati e sottolineati per evitarli, per far sì che non cresca la disuguaglianza e che chi è già povero, ultimo, non lo diventi ancora di più e chi è già ricco non lo diventi ancora di più.
Ecco perché dobbiamo avere la pace in testa, perché le nuove tecnologie, i nuovi mezzi, possano essere strumento per migliorare la vita, dice ancora Papa Francesco: “Dobbiamo ricordare che la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche non sono disincarnate dalla realtà e «neutrali», ma soggette alle influenze culturali. In quanto attività pienamente umane, le direzioni che prendono riflettono scelte condizionate dai valori personali, sociali e culturali di ogni epoca”.
Vivere e gestire anche le nuove tecnologie è una questione di testa e di cuore, per vivere per il bene, per costruire un mondo di uguaglianza, dove i principi fondamentali della compassione, dell’amore, del perdono, non vengano meno, ma aiutati dalle nuove tecnologie possano crescere ed evitare guerre e odio tra gli esseri umani. Non sempre è facile vivere in maniera distaccata. Ci lasciamo trasportare da quello che sentiamo, da quello che leggiamo, da quello che il mondo ci propone anche attraverso i social e tanti nuovi mezzi di comunicazione e di educazione. Per questo motivo, dobbiamo metterci la testa e il cuore nell’usare e nel progettare nuove tecnologie al servizio di tutti. Il Papa conclude dicendo: “Spero che questa riflessione incoraggi a far sì che i progressi nello sviluppo di forme di intelligenza artificiale servano, in ultima analisi, la causa della fraternità umana e della pace. Non è responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana. La pace, infatti, è il frutto di relazioni che riconoscono e accolgono l’altro nella sua inalienabile dignità, e di cooperazione e impegno nella ricerca dello sviluppo integrale di tutte le persone e di tutti i popoli”.
Che la speranza di Papa Francesco, diventi anche il nostro modo di vivere le nuove tecnologie e che, nel farlo, ci mettiamo la testa e il cuore per il bene e la pace nel mondo.

Don Matteo Scarpa
Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica


In Marcia per la Pace

Puntuale come sempre, ormai una tradizione, la Marcia della Pace ritorna tra le vie del centro storico di Chioggia. Un sole quasi primaverile ha aperto il pomeriggio di domenica 4 febbraio, giornata della Marcia della Pace che ha visto la partecipazione di più di 500 persone provenienti da tutti i vicariati della Diocesi. Questo è stato il secondo anno in cui era presente anche un’interprete della Lingua dei Segni Italiana (LIS). È bello poter rendere eventi come questi accessibili anche alla comunità sorda, non solo chioggiotta, in ottica di inclusione fraterna.
“La Pace in Testa”, ovvero avere la pace come primo pensiero, è stato il tema che ha guidato e ispirato le varie attività e tappe che si sono susseguite durante il pomeriggio. Con ritrovo a piazzetta Vigo, i partecipanti sono stati accolti dalla banda musicale dei Salesiani. Dopo alcuni saluti e alcuni balli eseguiti sempre dal gruppo Salesiani, si è iniziati a marciare lungo il Corso del Popolo. Davanti la chiesa Sant’Andrea, l’associazione Amico Giardiniere con Francisco Panteghini, con altri membri del gruppo, ci ha fatto riflettere sull’importanza della natura che ci circonda, partendo dal Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi nel quale si celebra il Creato. Arrivati a San Giacomo, abbiamo vissuto la terza tappa insieme al gruppo scout e ACR di Loreo. I ragazzi hanno messo in scena alcune situazioni di vita quotidiana che portavano un significato molto profondo: l’attenzione e l’amore per l’ambiente devono partire prima di tutto da noi, dalle nostre azioni responsabili, solo così possiamo pensare di avere davvero cura della nostra casa comune.
La quarta tappa, tenutasi accanto alla chiesa di San Francesco, è stata animata da Riccardo Mancin dell’associazione Plastic Free. Riccardo ci ha raccontato di come il loro gruppo si impegni per liberare l’ambiente dalla plastica, materiale altamente inquinante soprattutto per i nostri mari, e di come si faccia promotrice di attenzione e tutela verso il pianeta che abitiamo.
La Marcia si è poi conclusa all’interno della Cattedrale Santa Maria Assunta con la testimonianza dell’ospite dell’evento, Daniele Ballarin della fraternità del Sermig, Arsenale della Pace di Torino. Daniele ci ha portato la sua testimonianza, raccontandoci delle attività del Sermig e invitandoci ad avere attenzione per chi ci sta accanto, avere cioè cura degli altri abbandonando così una visione individualista per abbracciare invece un’ottica centrata sulla fratellanza e l’aiuto reciproco, soprattutto in situazioni di fragilità. L’intervento del delegato del vescovo don Giovanni Vianello e le premiazioni hanno poi chiuso la marcia.
L’Azione Cattolica desidera ringraziare tutti quelli che si sono spesi per realizzare questa Marcia. Possano sentirsi tutti parte della buona realizzazione della Marcia come evento della Diocesi intera.

Giulia
vicepresidente giovani AC


Pace di unità

Come Unità Pastorale Madonna della Navicella e San Michele Arcangelo di Brondolo abbiamo accolto con gioia l’invito di partecipare alla Marcia della Pace. È un evento diocesano molto sentito che ci dà la possibilità di riflettere su temi importanti come quello di quest’anno: la Pace in testa. Questa Marcia in particolare aveva una nota familiare per la nostra Unità Pastorale. L’ospite della Marcia, Daniele Ballarin, ora parte della fraternità del Sermig a Torino, è stato, come lui stesso ha raccontato, membro del gruppo scout e parrocchiano attivo alla Navicella.
È bello vedere come un unico obiettivo, quello della pace, è in grado di unire così tante persone provenienti da realtà diverse. Inoltre, questi eventi diocesani contribuiscono a rafforzare quel senso di appartenenza alla comunità cristiana di cui tanto si ha bisogno, per sentirsi comunità, per sentirsi famiglia, per sentire di camminare insieme a qualcuno.
E poi, dulcis in fundo, con grande sorpresa alla fine della marcia ci siamo ritrovati vincitore del premio per il gruppo più numeroso. A noi va la responsabilità di conservare il testimone della Pace, con la promessa di tornare e portarlo alla prossima Marcia della Pace.

Elena
U.P. Navicella-Brondolo