Benedizione del Mare

Il Risorto è Colui che fu crocifisso

Tradizionale Festa del Cristo a S. Domenico nella Domenica della Divina Misericordia

Facebooktwitterpinterestmail

Il vescovo Giampaolo non ha potuto presiedere, come invece aveva programmato, nell’Ottava di Pasqua, la sua prima celebrazione del “Cristo di San Domenico”, davanti alla maestosa e antica immagine già da lui venerata nel Venerdì Santo, come avviene da tradizione plurisecolare a Chioggia.

La messa è stata presieduta, anche a suo nome, dal parroco e canonico mons. Vincenzo Tosello, concelebrata da padre Tommaso Sochalec con l’assistenza del diacono don Matteo Franzoi del locale Oratorio dei Filippini. Don Vincenzo, nel porgere il saluto alle numerose autorità presenti e a tutta l’assemblea, ha portato anche il saluto del vescovo, trattenuto in Episcopio per alcuni giorni a causa della positività al Covid, anche se subita in forma leggera.

La storica celebrazione era accompagnata dai canti solenni ed efficaci del Coro popolare chioggiotto diretto dal maestro Loris Tiozzo con all’organo il dr. Walter Salvagno. Le letture della “domenica in albis” proclamate dai fedeli, hanno fatto rivivere alla devota assemblea cittadina – come in tutta la Chiesa cattolica -, oltre al ricordo della vitalità della prima comunità cristiana e al riconoscimento del Cristo come il Primo e l’Ultimo e il Vivente per sempre -, il primo e il secondo incontro di Gesù risorto con i discepoli, il suo saluto di pace, il dono dello Spirito per la remissione dei peccati, l’esperienza della fede fragile di Tommaso, che, a immagine della nostra fede, arriva però a riconoscere nel Crocifisso Risorto il “Signore e Dio” di tutti.

All’omelia il celebrante, oltre al commento sulla Parola proclamata, ha voluto evidenziare e spiegare brevemente i diversi nomi con cui viene definita questa importante domenica dell’anno liturgico: “Domenica nell’Ottava di Pasqua” e “Seconda domenica di Pasqua”; dagli inizi “Domenica in albis” e dal 2000 “Domenica della Divina Misericordia”, segnalando pure come nello stesso giorno i fratelli ortodossi – citando in particolare le diverse chiese dell’Ucraina (compresa la greco-cattolica) e quella di Mosca, le due nazioni purtroppo attualmente in guerra, senza tregua – celebrassero la loro Pasqua, legata al calendario giuliano anziché al gregoriano. Dopo qualche riferimento alla prima e seconda lettura, un approfondimento sul brano evangelico, rilevando che gli apostoli, compreso poi Tommaso, hanno potuto constatare che davvero “il Crocifisso è il Risorto” e “il Risorto è il Crocifisso”. Gesù, in quelle straordinarie due occasioni, ha rivelato la sua grande divina misericordia verso gli apostoli, rinchiusi e timorosi, con il dono dello Spirito e con l’incarico di rimettere a suo nome i peccati; verso Tommaso, che Egli ha voluto sfidare a constatare concretamente la propria identità; verso tutti noi definendoci “beati” perché, pur nella nostra fragilità, abbiamo “creduto senza aver visto”.

Il dono del Risorto per tutti è quello da lui più volte proclamato: “La pace sia con voi”, un dono per il quale, mai come in questi giorni, dobbiamo pregare.

Davanti al crocifisso di S. Domenico la nostra supplica si è fatta più forte e intensa per la pace e la serenità nelle famiglie, nella città, nella nazione, nel cuore dell’Europa e nel mondo.

Subito dopo il canto finale “Ave, Re”, celebranti, autorità e fedeli si sono recati sul ponte, nella mattinata inondata di sole, per la tradizionale benedizione al mare (nella foto a destra), alla città, alle barche, ai pescatori e a chiunque naviga sul mare.

Vito