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‘Madonne d’acqua’ tra Chioggia e Pellestrina

Non un libro sui capitelli ma sulla Presenza della Madre oggi.

madonne d_acqua
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Dire da dove nasca l’idea di un libro sulle Madonne d’acqua è un po’ raccontare la storia di quest’ultimo terribile periodo. A maggio dello scorso anno doveva già essere pronta con la collaborazione di alcune giovani studentesse questa ‘raccolta’ di piccoli contributi, ricordi, narrazioni mariane… Ma la vita lo scorso anno i complica e conosce questa frattura, la pandemia, che va riconosciuta, guardata e il libro resta in gestazione per un anno e si completa con nuovi contributi: le foto spaesanti di Diego, i tocchi di Alessia e Giovanni, la regia di Luigi.  Editato quest’anno proprio nel mese dedicato a Maria il libro è dentro una progettualità che gli consentirà di incontrare liberamente il ‘suo popolo fedel’ nei punti di preghiera: dai piccoli rosari di condominio, alle chiusure di maggio di un’unità pastorale (Sottomarina Madonna di Lourdes), agli incontri con le mamme della nuova scuola dedicata a Don Pierangelo Laurenti. È uno strumento prezioso per raccontare la storia di una Donna che vuole rendersi presente nel nostro territorio e lo fa con segni clamorosi come le apparizioni riconosciute della Navicella a Brondolo e a Pellestrina o nei piccoli segni dei capitelli di calle che permangono, nelle marmoree statue bianche che si riflettono nel verde lagunare sulle strade d’acqua tra Chioggia a Pellestrina. Ogni città è la forma di un passato che ospita un presente e Maria sembra tener conto del contesto in cui vive la nostra incomparabile realtà lagunare, contrassegnata dall’acqua marina, quasi liquido amniotico, che permea letteralmente la nostra terra, talora sommergendola e rendendola bisognosa di aiuto materno.

Una realtà che ha a che fare con i venti e le maree, con i cicli lunari, con tutto ciò che le donne conoscono benissimo…

Lei che è ‘bella come il sole, bianca come la luna’ non poteva qui da noi che manifestarsi così, specchiandosi sulle nostre acque, abitando le nostre barche accanto al pesce o sulle vele; scegliendo uomini-bambini, tra i più semplici, infanti che non sanno quasi parlare, resi partecipi del Suo grande mistero d’amore.

Una rilettura della città a partire da Maria e dall’acqua, senza pretese che non siano quelle di raccontare una storia attuale. Da questo punto di vista non un libro devozionale, né la conta dei capitelli, ma la narrazione personale di luoghi privilegiati in cui il mistero ci ha incontrato e rimane Presente oggi in alcuni segni che continuano a parlare. Se è vero che il Mistero della Sua presenza ci si rivela attraverso circostanze, tempo e spazio sono in una città come la nostra segnati dall’acqua che diventa veicolo, navicella, trasparenza, visione, Paradiso… Chi vive davvero una città come la nostra lo sa!

Piergiorgio Bighin