Seminario. L’incontro per studenti delle superiori

“Fede x fede = ?”

In dialogo con il prof. Alberto Boldrini

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A partire dalla giornata mondiale della gioventù del 2016, ogni anni si è pensato di offrire ai giovani della diocesi, in particolare quanti frequentano il triennio finale delle scuole superiori, un incontro nel tardo pomeriggio di una domenica di febbraio, per nutrire insieme la propria maturazione spirituale. Così anche quest’anno lo scorso 9 febbraio, presso il nostro Seminario, una trentina di giovani provenienti da alcune parrocchie del territorio diocesano si sono messi in ascolto del prof. Alberto Boldrini, giovane insegnante di Lettere e lingue antiche presso il Liceo dei Salesiani a Mogliano. Originario della diocesi di Adria–Rovigo, è sempre stato impegnato nei gruppi giovanili parrocchiali. Per un peridodo ha condotto un programma radiofonico dedicato ai giovani sull’emittente diocesana Radio Kolbe.

Il tema che abbiamo proposto ad Alberto, che già aveva tenuto altri incontri in diocesi in questi anni, aveva un titolo provocante: “Fede x fede = ?”. Ovvero partendo dalla constatazione che la scelta di fede oggi in età giovanile non è scontata, talvolta i nostri ragazzi sono visti con occhio di pregiudizio, se non di scarto per la loro fede. E allora dopo una dinamica di gruppo che ci ha aiutati a dare una definizione personale di fede, Alberto, attraverso la sua testimonianza, e citando un presbitero americano di inizio ‘900, ha fatto capire che la fede “non cambia le cose davanti a te, ma cambia te davanti alle cose”. Il gruppo ha seguito con attenzione la proposta. Il momento si è concluso con la cena in fraternità e la presenza del vescovo, che li ha incoraggiati a non demordere, ad essere coscienti della loro grande importanza, in quanto sono “l’oggi di Dio, della Chiesa” citando papa Francesco.

Occasioni come queste sono fondamentali. Ormai non possiamo più ragionare a compartimenti stagni. I nostri giovani sono molto mobili, vanno dappertutto, sono il contrario di forme di campanilismo. Incoraggiamo la frequenza a questi incontri diocesani, in modo da poter acquisire una mentalità più universale, più cattolica, abbattendo steccati divisori, ma sentendosi parte di una comunità e non una semplice compagnia. Come ha scritto papa Francesco: “La pastorale giovanile ha bisogno di acquisire un’altra flessibilità e invitare i giovani ad avvenimenti che ogni tanto offrano loro un luogo dove non solo ricevano una formazione, ma che permetta loro anche di condividere la vita, festeggiare, cantare, ascoltare testimonianze concrete e sperimentare l’incontro comunitario con il Dio vivente.” (Christus vivit, 204).

Dy