LA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA DEL MALATO IN CATTEDRALE

Il dono del sollievo

11 febbraio. Memoria della Beata Vergine di Lourdes

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«Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi»

Il vescovo Adriano ha presieduto martedì 11 febbraio la celebrazione della Giornata del malato in cattedrale, dove sono convenuti numerosi fedeli da tutta la diocesi: in particolare anche persone malate o persone e associazioni che assistono i malati in vario modo. Il vescovo nell’occasione ha anche affidato il mandato di Ministri straordinari della Comunione a dieci persone (tra cui 9 dell’U.P. di S. Martino e B.V. di Lourdes e una dell’U.P. di Rosolina) e rinnovato quello affidato agli altri nel 2017. Alla messa è stato ricordato anche don Pierangelo Laurenti morto il giorno prima.

Riportiamo il testo dell’omelia.

Nella memoria della Madonna di Lourdes la Chiesa ci invita a rivolgere lo sguardo all’umanità che vive la sofferenza nella carne e nello spirito, e a quanti si prendono cura di chi vive ogni sorta di malattia e sofferenza. Papa Francesco ci pone davanti la parola e lo stile di Gesù: «Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi». Il ministero di Gesù è stato ministero di prossimità  e di offerta di salvezza a tutti. Tutti in qualche modo viviamo, in tempi e modi diversi, l’esperienza della malattia, sia fisica che spirituale, ne invochiamo la liberazione, chiediamo l’aiuto per superala, invochiamo la vicinanza e l’aiuto dei fratelli che ci sostengano mentre ne stiamo facendo l’esperienza, o ci aiutino a viverla e sopportarne il peso, ricevendone qualche sollievo.

Ma non dimentichiamo l’invito di Gesù di accostarci a lui per trovare in Lui sostegno e sollievo: «Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».

La memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, ci riporta alla grotta di Lourdes dove Maria ha manifestato all’umanità la sua materna sollecitudine nei confronti dei malati. Lì, e altrove nei santuari a lei dedicati, tanti uomini e donne segnati dalla sofferenza e dalla malattia, insieme a coloro che se ne prendono cura, accorrono quotidianamente a cercare la consolazione spirituale e la grazia fisica o spirituale, che Dio concede, per mezzo di Maria, a quanti la implorano con fede sincera. La Chiesa italiana ha scelto per questa giornata di sottolinearne il significato ispirandoci alla grande scena dell’Ultima Cena, rappresenta da Giotto, nella Cappella degli Scrovegni. Gesù, guardando gli Apostoli, offre loro, ma anche a ciascuno di noi un abbraccio che è al tempo stesso fisico ed eucaristico. Questo dono è evidenziato particolarmente nell’apostolo Giovanni che trova riposo nell’abbraccio accogliente di Cristo (come potete vedere nell’immaginetta che contiene anche la preghiera per questa giornata). Siamo quindi invitati a ricordarci che consolazione e ristoro si attingono all’Eucaristia.  «Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro… e troverete riposo per la vostra vita». Una preghiera quindi per tutti malati, un ringraziamento per quanto si prendono amorevolmente e professionalmente cura di chi vive la malattia e un incoraggiamento particolare ai ministri straordinari della Comunione ad accompagnare con sollecitudine i fratelli malati che lo desiderano recando loro, nelle loro case, il conforto della Parola di Dio e del dono della ‘Comunione eucaristica’.

+ Adriano Tessarollo