CON LA FISC IN EGITTO. 

La forza della carità

Anna ci racconta

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“Nuova Scintilla” ha partecipato – dal 28 novembre al 2 dicembre – al viaggio speciale in Egitto con il gruppo di giornalisti della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), guidato dal presidente don Adriano Bianchi, per conoscere alcuni dei progetti di solidarietà finanziati dalla Cei con i fondi dell8x1000. Per il nostro giornale era presente la diciannovenne figlia di una nostra collaboratrice, che qui ci racconta con spontaneità la sua esperienza.

L’Egitto ha da sempre una parte storico-culturale molto curata e scenica. Sarebbe interessante vedere se qualcuno di questi fantomatici amanti dell’Egitto sarebbe disposto a stringere la mano di chi fino a cinque minuti prima stava rovistando fra i rifiuti, o non si lava da quattro giorni.

Ma, in fin dei conti, il viaggio – con l’équipe di giornalisti della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) – era di soli cinque giorni, si potrà mai dire di aver conosciuto un luogo? C’erano grattaceli di mattoni senza stucco o finestre, figuriamoci corrimano per le scale affacciate nel vuoto. È ancora in uso l’asino come mezzo di trasporto, benché la benzina costi 4 volte in meno dell’Italia (0.38 cent è il prezzo attuale del gasolio). C’erano dei cartelloni pubblicitari 8×5 m a coprire la miseria dei villaggi che nascono vicino alle superstrade, sferzati da polvere e inquinamento.

Ma c’è anche un popolo fiero e felice di tutto ciò che la vita ha da offrirgli. Vi erano ragazze che chiacchieravano felici davanti al telefono. Ci sono comunità che, benché piccole, possono dare un grande supporto. La parrocchia di Santa Teresa, per esempio, accoglie i malati del Cairo in un ospedale modesto, ma efficiente che comprende sale chirurgiche, ginecologiche e laboratori di analisi.

L’obbiettivo che questi centri si pongono è di migliorare servizi e accoglienza giorno per giorno. Le malattie più frequenti che l’Egitto deve affrontare sono l’epatite c (un virus che attacca il fegato) e il diabete (che indebolisce l’organismo rendendolo più vulnerabile a infezioni e lesioni). Ad Alessandria l’ospedale è collegato con l’asilo, dunque il controllo medico per i bambini è regolare, almeno due volte l’anno. In entrambi gli istituti, il pagamento non è fisso, ma viene modulato in base alle possibilità della singola persona.

Anche se sono società avviate da tempo, l’aiuto che l’8×1000 della Chiesa Cattolica italiana assicura è ineguagliabile per la possibilità di rinnovo e ampliamento delle strutture (con soli 140mila euro si può costruire un piano e rinnovarne altri due).

Ciò è stato confermato dall’incontro-conferenza col vescovo di Ismailia che, nella sua piccola comunità, ha creato un centro di ritrovo non solo per i copti (cristiani ortodossi e cattolici di nazionalità egiziana), ma per tutta la città. “Il cristianesimo ispira fiducia e connette umanitariamente mussulmani e chiunque altro abbia bisogno […], ma i media distraggono e affievoliscono ancora di più le nostre già magre file” dice Makarios Tewfik, che, pure da vescovo, si confonde nel gruppetto di persone che stava pregando Padre Pio nel giardino. “È nei paesini italiani che ho imparato cosa significhi carità” confessa nel suo ottimo italiano.

Alla domanda sul rapporto fra mussulmani e copti risponde che c’è rivalità forte e sentita, dire una parola di troppo è una paura costante. L’Egitto può essere descritto come un marasma di popoli per il quale la religione può essere un’opinione o essere iscritta all’interno del tuo nome, ma ciò che conta davvero è Dio e la Misericordia che ci insegna verso il prossimo.

Anna Buso