Spirito di comunione

zenna
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SGUARDO PASTORALE

Spirito di comunione

Festa dell’Esaltazione della croce. Mi trovo a vivere e a condividere un particolare e suggestivo momento di Chiesa nella diocesi di Sorrento-Castellammare: l’ordinazione presbiterale di 9 giovani di questa terra. Il vescovo Francesco ce ne parlava con orgoglio qualche sera fa, sottolineando la bellezza e la problematicità di un presbiterio giovane e numeroso. Nell’attesa che inizi la celebrazione sto pensando all’idea di dedicare alcuni articoli a questo argomento, prendendo lo spunto dal sussidio “Lievito di fraternità”, che la Conferenza episcopale italiana ha approvato nell’ultima assemblea, “per il rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente”. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, l’argomento non interessa soltanto i presbiteri, ma tutta la comunità cristiana, della quale essi sono membri prima che ministri. La Cattedrale si va riempiendo di una gioiosa varietà di fedeli, giovani e non più giovani, singoli e famiglie, autorità e persone semplici, qualcuno anche di condizione modesta, come si può evincere dal vestito e dal portamento.

È l’umanità che intravede in questo evento motivi di speranza per un futuro in cui ci sarà ancora chi si prende cura della sua “fame e sete di vita spirituale”. Sono parole del Vescovo che nella sua omelia, tenuta con spontanea partecipazione, evidenzia la categoria del dono: dono ricevuto dall’abisso della bontà misericordiosa di Dio, e dono offerto con la disponibilità totale a servire il suo progetto di vicinanza, di condivisione, di guarigione. La ragione immediata di questa presenza, però, sono certamente le relazioni che questi giovani sono stati capaci di tessere durante gli anni della formazione, soprattutto nella sua dimensione pastorale. La parola, i santi misteri, la preghiera di intercessione sono gli elementi caratteristici del ministero presbiterale, ma l’appartenenza a un presbiterio e il radicamento in una comunità cristiana costituiscono la sorgente feconda del suo esercizio. Da questa consapevolezza deve partire il necessario impegno per un rinnovamento della vita e della missione del presbitero. La celebrazione si dilunga, sono passate due ore e, dopo aver imposto le mani sugli ordinandi, gli oltre centocinquanta presbiteri presenti stanno scambiando il bacio di accoglienza. Veramente significativo ed entusiasmante. Ovviamente mi intrufolo anch’io per il rapporto, sia pure indiretto, che mi lega ad alcuni di loro, e penso al corso residenziale che vivremo al Cavallino in ottobre con i preti della nostra diocesi, proprio per approfondire gli spunti teologici, spirituali e pastorali del citato sussidio. E mi figuro, almeno come auspicio, che possa essere un’esperienza di vera fraternità e traduca lo spirito di comunione con cui si sviluppa la presenza, prima che l’azione, nella comunità cristiana. Affermano infatti i Vescovi nell’introduzione che i primi elementi fondamentali nel “ripensare i capisaldi della proposta formativa nell’esercizio del ministero quotidiano” sono la “dimensione comunitaria, la diocesanità, la carità pastorale e la fraternità presbiterale”.

don Francesco Zenna

Da Nuova Scintillaa n.36 – 24 settembre 2017