La croce invisibile

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I GIORNI

La croce invisibile

Quattro oggettini rotondi appesi al muro a una certa distanza l’uno dall’altro, ciascuno con un incavo a ‘U’; oppure allineati in modo da formare la scritta GOOD, con la seconda ‘O’ tagliata da una riga trasversale, in modo da suggerire sia la lettura ‘Dio’ sia la lettura ‘Buono’: se è Dio è Buono, se è Buono è Dio. L’accompagnatore invita a continuare a guardare e improvvisamente emerge sulla parete un incavo perfetto: “Ma è una croce!”, esclami. Puoi disporre i quattro oggetti sulla parete nella forma e nella distanza che vuoi, appoggiati casualmente alla parete, alti o bassi, ravvicinati o lontani, purché gli incavi si guardino. Sempre una croce risulta per chi ha occhi da vedere, come l’apostolo Tommaso, come il cieco guarito che vede fino a riconosce Gesù Figlio di Dio, come chiunque domanda di credere.

Cos’è dunque questo mistero? È il mistero della fede, visibile per chi apre occhi e cuore e nascosto per chi li chiude. L’inventore di questa croce ‘visibile-invisibile’ si annuncia con la frase di Saint-Exupery: “L’essenziale è invisibile agli occhi” e racconta di aver voluto sorpassare il livello di chi pensa di sapere già tutto. Il crocifisso è diventato oggetto ovvio, puramente ornamentale, che non rimanda a nulla se non al prezzo commerciale. “La croce – ragiona il nostro – è un fatto storico, oggi non c’è più, esiste solo il ricordo. Non abbiamo quindi creato una croce, ma suggerito il suo vuoto che deve essere riempito dallo sguardo di ciascuno”.

E lancia una domanda: “Dov’è il Crocifisso ora?”. Si evocano le immagini del Crocifisso di Giotto, Duccio da Boninsegna, Simone Martini, Donatello. Salgono alla fantasia i film su Gesù di Nazareth, da Zeffirelli a Mel Gibson, oppure sulle persecuzioni contro i cristiani, come il recente film di Scorsese sui martiri giapponesi. Affiora alla memoria il Crocifisso della tua chiesa da bambino e delle grandi processioni o dell’anno del Giubileo o dell’icona nella stanza di casa, o della corona del Rosario. Il Crocifisso del Vangelo, i crocifissi delle persecuzioni, i crocifissi della guerra, della violenza, della fame. Questa croce senza immagine lascia spazio al Crocifisso Gesù e a tutti i crocifissi della storia.

La puoi portare con te in viaggio: in valigia, tra gli oggettini anonimi, anche in paesi dove la croce è proibita. Puoi esporla in ufficio dove il collega non sopporta le immagini sacre: discreta come un suggerimento, evocativa come una presenza. La porti iscritta nel cuore, la vedi raffigurata sulla parete nei luoghi pubblici e nel volto delle persone in casa. Fino a indovinarla e a servirla nel malato d’ospedale e nella persona rifiutata. Fino ad adorarla nella grande liturgia del Venerdì santo.

don Angelo

Nuova Scintilla n.14 – 09 aprile 2017