Dove rinasce la vita

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I GIORNI

Dove rinasce la vita

Mentre fervono le trattative per il nuovo Governo, ogni mattina arriva a scuoterci l’invito dell’Avvento. Il grido del Battista risuona dentro l’anima e il germoglio annunciato da Isaia fiorisce nella vita. Che cosa lo fa fiorire? Da dove riparte il riscatto di una persona e di un intero popolo? Che cosa dà consistenza alla nervatura di solidarietà che si apre a raggiera per soccorrere nei drammi che incombono su città e campagne? Nella fragilità dei giorni e nel vuoto degli ideali, non bastano i buoni propositi né il risucchio della buona volontà. Occorre risalire alla banchina di partenza, dove la nave della vita viene ripristinata e il suo carico nuovamente imbarcato. Senza dimenticare il capitano, né l’esperienza dei marinai.

Si rinasce dall’annuncio cristiano e dall’esperienza della comunità cristiana. Il nome di Gesù Cristo non può essere pronunciato di soppiatto, nascondendolo velocemente nella cartella dei buoni propositi o bruciandolo nel caminetto del tepore natalizio. Il cuore si rinnova nel bagno della misericordia, resa possibile anche al carcerato in prigione, come attestano le cronache. I cristiani fedeli a Cristo in contesti di repressione e di persecuzione, mostrano che la vita riparte dal rapporto con Gesù e dall’amore a Lui. Impareremo a superare la copertura pubblicitaria che eclissa il contenuto cristiano dell’Avvento e del Natale. Ascolteremo l’impulso del cuore, spiando il binario del treno con quale Gesù arriva fino al cuore delle nostre città. Non è in gioco una speranza isolata.

Lo descrive con acuta intuizione il filosofo Alasdair MacIntyre. Guardando la situazione dell’impero romano in decadenza, egli nota che “uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano… Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca di incipiente barbarie e di oscurità”.

In ambito cristiano, queste forme di comunità non nascono dal contratto sociale, ma dalla coscienza della comune appartenenza a Cristo e della chiamata a riconoscersi nel suo nome. Nascono nuovi monasteri nella città e si rinnovano famiglie e amicizie. Crescono paesi e comunità. Si impiantano case e campi. Una rete dei rapporti umani lega le persone in una solidarietà di spirito e cuore, di carne e sangue. Quante volte e in quante forme è accaduto nella storia generata dal cristianesimo? Quante volte l’abbiamo visto accadere nei paesi diventati cristiani e nelle amicizie rinnovate dalla fede? Dal Natale di Gesù accolto nel cortile di casa e vissuto nel cuore della città rispunta un germoglio di novità.

don Angelo

Da Nuova Scintilla n.47 – 18 dicembre 2016