Perseveranza e salvezza

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PAROLA DI DIO – 33ª domenica del tempo ordinario C

Letture: Ml 3,19-20a; Dal Salmo 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19

Perseveranza e salvezza

Ml 3,19-20a. “Per voi…sorgerà … il sole di giustizia”.

Il libretto di Malachìa chiude la raccolta dei libri profetici dell’Antico Testamento. Questo ‘messaggero del Signore’ richiama al popolo il messaggio della grande profezia classica in un momento in cui la comunità di Gerusalemme, rinata dopo l’esilio, fatica a riorganizzarsi nella nuova situazione. Ora c’è presenza nel medesimo territorio di altri gruppi che durante l’esilio erano venuti qui da fuori. Il pio giudeo si sentiva l’eletto e viveva la sua fede separato dagli altri ‘non credenti’ nel suo Dio. Si aggiunga la precarietà sociale ed economica, la presenza di singoli o gruppi di ‘stranieri’ che dominavano e disprezzava la fede. Il piccolo gruppo dei giudei credenti  si sentivano minoranza e si scoraggiavano. Ecco la domanda: il Signore sarebbe intervenuto per ristabilire la giustizia? Come? Quando? Ed ecco la risposta che il profeta riceve: “Così dice il Signore: «Ecco sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; …Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia»”. Malachìa riprende alcune immagini del passato per indicare il diverso significato della venuta del Signore: fuoco che brucia per i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia, raggi benefici di sole per i ‘cultori del suo nome’. Ad Abramo (Gn 15,17) era apparso come ‘forno fumante’, a Mosè (Es 3,2) come ‘roveto ardente’, ma contro gli egiziani sul mare (Es 15,7) Dio interviene ‘sbuffando dalla bocca fuoco’ cosicché questi nemici ‘bruciano come paglia’, mentre egli interviene con calma in favore del suo popolo per guidarlo alla liberazione. Il Signore viene come Giudice e Salvatore insieme: la differenza è fatta dall’atteggiamento dell’uomo.

 Dal Salmo 97. “Il Signore giudicherà il mondo con giustizia”.

Che sensazione crea in noi il ritornello del salmo che invoca la venuta di Dio come giudice del mondo? Nella prima parte il salmo canta la salvezza invitando a fare memoria della fedeltà del Signore che mai si è dimenticato dell’amore per il suo popolo, nella seconda il salmo invita a guardare al futuro alla luce di quella esperienza. Dunque la venuta del Dio fedele non può che essere attesa con gioia, è la venuta del giudice giusto che “giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine”. La liturgia, fatta di canti, di suoni, di battimani, esprime la festa per l’attesa di Dio e l’invocazione perché egli affretti la sua venuta di salvezza.

2Ts 3,7-12. “Non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi…ma abbiamo lavorato duramente…”. 

L’imminenza del ‘giorno del Signore’, della sua venuta finale, aveva provocato o forse aveva accentuato in alcuni l’inclinazione a vivere a carico degli altri, approfittando della carità praticata in nome del vangelo. L’atteggiamento di Paolo si fa molto severo. Il vivere di questi fratelli da ‘indisciplinati’ comportava il girovagare tra le case degli altri perdendo il loro tempo e facendolo perdere agli altri, salvo poi a tendere la mano per farsi nutrire da loro. Paolo invita ad attenersi non solo all’insegnamento da sempre dato in tale materia e da lui stesso ribadito, ma a prendere a modello la sua condotta: “Non abbiamo vissuto oziosamente tra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi”. Paolo, dedicando la sua vita all’annuncio del Vangelo si manteneva col proprio lavoro (1 Ts 2,9) e agli anziani di Mileto egli dirà che col suo lavoro ha anche potuto soccorrere i poveri. Nessuno pretenda di vivere “disordinatamente, senza fare nulla e in continua agitazione. Chi non lavora non mangi”.

Lc 21,5-19. “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

Come vivere il tempo intermedio della storia che va dal primo annuncio del Regno fatto da Gesù alla sua manifestazione finale? La comunità dei discepoli di Gesù deve prestare obbedienza e fede a Gesù e al suo insegnamento e restare salda nelle sue promesse e non lasciarsi impaurire dall’ostilità degli uomini, neanche dei più familiari. Seduto nell’area del tempio con i suoi discepoli e sentendo dei pellegrini parlare con stupore del tempio, della fine lavorazione e della ricchezza dei suoi doni votivi, Gesù pronuncia una breve sentenza profetica: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non sia distrutta”. Subito alcuni si incuriosiscono e domandano: “Quando”? Ma la risposta di Gesù, rielaborata ora da Luca, attira l’attenzione sul comportamento da tenere in attesa di quegli eventi e sul significato da dare a tali eventi. I discepoli non si lascino ingannare e sviare dalla fede da chi può ‘venire dopo’ e autoproclamarsi salvatore e messia e annunciare la fine imminente di tutto: “Non seguiteli”. Disordini sociali e guerre non sono segni della fine ma sono eventi che accompagnano la storia degli uomini e da loro provocati. Anche la contrapposizione di popoli che come in passato provocano nuovi assetti e scenari politici, le catastrofi cosmiche ed altri eventi calamitosi che toccano l’umanità non devono ‘terrorizzare’ come se si trattasse dell’imminenza della fine di tutto. I suoi discepoli devono preoccuparsi piuttosto di rimanere saldi nella fede sia quando Gerusalemme subirà la distruzione, sia quando a causa della fede in Lui essi dovranno affrontare l’esclusione dalla comunità giudaica, i processi religiosi, le violenze anche fisiche, perfino l’essere rifiutati dai loro stessi familiari e subire anche la morte: a questo bisogna essere preparati e non venir meno alla fede a causa di tutto ciò, perché nulla va perduto di quanto subìto per rimanere fedeli a Cristo: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Più volte Gesù aveva anticipato ai suoi discepoli che essi avrebbero dovuto testimoniare anche fino al martirio la fede in Lui Messia e Salvatore.

+ Adriano Tessarollo

Da Nnuova Scintilla n.42 – 13 novembre 2016