Vedano le vostre opere buone

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PAROLA DI DIO / V domenica “per annum”

Vedano le vostre opere buone

Letture: Is 58,7-10; 1 Cor 2,1-5; Mt 5,13-16

Dopo la pagina delle Beatitudini, siamo ancora nell’introduzione al ‘Discorso della Montagna’. Tre immagini e un detto di Gesù che le interpreta definiscono la missione del discepolo di Gesù nel mondo. Gesù non concepisce i discepoli come gente che pur fa bene per conto proprio, non crea problemi, pensa a se stessa, ma come dei testimoni della novità vitale che Gesù ha portato in mezzo agli uomini: il Regno di Dio. La prima immagine è quella del sale. A cosa serve il sale? Lo si mette nei cibi per renderli saporosi e lo si usa per la conservazione dei

cibi stessi. Se non fa questo non serve a niente e si butta via perché diventa solo un impiccio tenerlo in casa. Il discepolo di Gesù ha nel mondo, in mezzo agli uomini, il compito di dare senso, di dare gusto al vivere umano, di conservare il mondo nel suo rapporto di alleanza e comunione con Dio. E se non fa questo? L’immagine è molto forte e spiega il perché i discepoli di Gesù possono non essere tenuti in considerazione dal mondo: proprio perché non sono autentici testimoni e annunciatori di quel vangelo di Gesù che dà profondo e gioioso significato al mondo stesso.

La seconda e la terza immagine fanno riferimento alla luce. Gesù ha definito se stesso “luce del mondo” (Gv 8,12) “finché sono nel mondo” (Gv 9,5). Ora che Egli non è più ‘nel mondo’ tale compito passa ai suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”. Può rimanere nascosta una città costruita in alto su un bel colle e illuminata dal sole? Come mai, sembra ricordarci Matteo, la presenza dei cristiani nel mondo non si vede? Perché nelle case, quando viene buio si accende la luce? Le piccole case del tempo di Gesù erano fatte di una sola stanza. Quando era buio si accendeva una lampada a olio e la si metteva in un portalampade alto da terra in maniera che ognuno della casa potesse ricevere la sua luce. Ora la casa è il mondo e Gesù ci ricorda che l’annuncio del vangelo deve manifestarsi attraverso i discepoli, deve diventare visibile in essi, nella loro vita. Come? “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedendo le vostre opere buone rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. Le “opere buone” corrispondono a tutti quegli atteggiamenti proposti nella pagina della Beatitudini e concretizzate nella pagina del ‘giudizio finale’ di Mt 25. Vedendo nei discepoli di Gesù la pratica della volontà di Dio, delle “opere buone”, vedranno in loro il volto benevolo di Dio e lo benediranno. È il criterio dell’apostolato e dell’evangelizzazione attraverso le ‘opere buone’ che portano a rendere gloria a Dio.                             (+ vescovo Adriano)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 6 del 9 febbraio 2014