Carlo d’Asburgo, imperatore

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Un sorprendente “beato” del secolo scorso, ingiustamente denigrato

Carlo d’Asburgo, imperatore

Lunedì 21 ottobre ricorre la memoria liturgica del beato Carlo d’Asburgo, stabilita direttamente da Giovanni Paolo II per ricordare il giorno del matrimonio cristiano di Carlo con l’imperatrice Zita, oggi Serva di Dio. L’Arciduca Karl Franz Joseph nasce a Persenbeug sul Danubio il 17 agosto 1887 ed è battezzato dal vescovo Matthias Binder di Pölten, due giorni dopo. Dietro espressa richiesta della mistica e stigmatizzata suor Vincenza, nel 1895 viene costituita una lega della preghiera per il bene spirituale del giovane arciduca Carlo. Il 21 ottobre 1911 Carlo sposa la principessa Zita di Borbone Parma a Villa Schwarzau, presso Steinfeld. Il 21 novembre 1916, alla morte dell’imperatore Franz Joseph, diventa imperatore, affermando: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”. L’impegno per la pace fu sempre al centro delle sue

preoccupazioni, fermamente contrario al conflitto, sostenne, unico fra tutti i responsabili politici dei paesi coinvolti nella guerra, gli appelli del papa Benedetto XV. Sul piano internazionale condusse intense e ragionevoli trattative di pace e su quello interno emarginò con energia i sostenitori della guerra ad oltranza. Avviò un intensissimo programma sociale di aiuto alle popolazioni immiserite, ispirato all’enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone III. Per i suoi ideali, per la sua ferma ed eroica testimonianza cristiana in uno dei ruoli di Stato più difficili ed impegnativi del suo tempo e per il suo sincero desiderio di pace, venne fortemente avversato da “poteri forti massonici” sia in patria che al di fuori di essa, anche per mezzo di un’aggressiva e ampia azione propagandistica denigratoria che sparse a profusione ostilità e calunnie, tuttora diffuse, ma che l’accuratissima inchiesta della Chiesa, attraverso lo studio dei carteggi riservati – in particolare quelli intercorsi tra la Santa Sede e il cattolico impero asburgico – ha dimostrato del tutto infondate. Con la sconfitta dell’impero Austro-Ungarico, la famiglia imperiale è mandata in esilio in Svizzera, con la confisca di tutti i beni personali. Il 19 novembre 1921 l’imperatore Carlo e l’imperatrice Zita arrivano alla destinazione finale del loro esilio: Funchal, nell’isola di Madera, dove vivono in completa miseria con i loro sette figli, in una casa malsana e non riscaldata, dove l’imperatore si ammala di polmonite. Per mancanza di soldi, non viene chiamato un medico e l’imperatore Carlo muore il 1° aprile 1922 a soli 34 anni, dopo aver offerto la sua vita a Dio, come sacrificio per il proprio popolo. Negli ultimi giorni di vita chiama a sé il figlio primogenito Otto perché veda “come muore un imperatore”, perdonando, nel contempo, tutti i suoi nemici. L’Imperatrice Zita, a tal punto, rimase sola e senza mezzi di sussistenza, madre vedova con sette figli, da uno a nove anni. Il 3 ottobre 2004 Carlo d’Austria verrà beatificato. Non tutti sanno che fu Giovanni Paolo II a volere fortemente la sua beatificazione, che in Vaticano, a dire il vero, non tutti approvavano, ritenendo – a torto – l’imperatore Carlo un guerrafondaio, forti di quanto la storia – con la S maiuscola e quindi quella “ufficiale” – ha voluto falsamente propinarci, su ordine delle potenze massoniche. Sul riconoscimento dellla santità di vita di Carlo d’Austria, sicuramente ha influito il fatto che il Papa, grazie ai genitori cresciuti nella Polonia austriaca, ha appreso, sin da bambino, l’alone di bontà e l’incondizionato amore e abbandono in Gesù Crocifisso che permeavano la sua sofferta e umile esistenza, avendo testimoniato in modo eroico le virtù cristiane della fede e della comunione piena con Dio. (Giorgio Aldrighetti)

Nella foto: il beato Carlo d’Absburgo.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 39 del 20 ottobre 2013