Il concilio ecumenico: uno sguardo “veritiero”

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Incontro a Chioggia. Secondo il vescovo Marchetto, si è trattato di “riforma nella continuità”

Il concilio ecumenico: uno sguardo “veritiero”

Sembra che il Concilio possa essere tirato a destra e a manca. È la vicenda delle interpretazioni. A ‘destra’, i seguaci di Lefebvre gridano: “Il Concilio ha rinnegato la tradizione della Chiesa”. A manca i ‘progressisti’ – che trovano la loro bandiera nella ‘Scuola di Bologna’ – scrivono: “Con il Concilio è cominciata una nuova Chiesa”. Nell’un caso e nell’altro, ci conviene andare tutti a casa. Invece, secondo il vescovo Agostino Marchetto (nella foto) intervenuto a Chioggia venerdì 25 gennaio, il Concilio Ecumenico Vaticano II realizza la dimensione autentica della Chiesa, che non sbanda nel passato né solo si proietta nel futuro. Non discontinuità né ‘rivoluzione conciliare’, ma ‘la riforma nella continuità’ dell’unico soggetto Chiesa, come richiama Papa Benedetto. Come diceva il protestante Cullmann: “Non perdete il genio cattolico, che è ‘mettere insieme’” e il

passato e il presente, e il particolare e il generale: e-e, appunto. Ad esempio, si ripete che il Concilio ha sottolineato la categoria della ‘communio’, e va bene; ma spesso si dimentica di ricordare che si tratta di una communio ‘gerarchica’: alla dimensione orizzontale della comunione tra i fedeli occorre aggiungere quella verticale della funzione di vescovi e papa.

Uno degli esempi caratteristici in cui è possibile verificare lo squilibrio delle interpretazioni a proposito del Concilio, è la liturgia. Il Concilio ha promosso un’opportuna riforma liturgica, valorizzando il passato e introducendo una viva partecipazione del popolo di Dio. Proprio qui sono avvenuti gli strappi ‘tradizionalisti’ che non accettano la novità, o le derive ‘progressiste’ che inventano in modo arbitrario. Occorre dunque una visione ‘veritiera’ del Concilio, avviandosi a una ‘ermeneutica’ o interpretazione corretta, al fine di ottenere una compiuta ‘recezione’ del Concilio nella storia di tutto il popolo di Dio. Qual è il punto centrale del Concilio, attorno al quale si coagulano tutti i documenti? È facile individuarlo nella Chiesa, secondo l’intuizione di Paolo VI. La Chiesa nella sua identità profonda e nelle sue componenti trova il suo riferimento nella costituzione Lumen Gentium; nel suo rapporto con i vari aspetti della vita del mondo, trova il fulcro nella costituzione Gaudium et spes. Queste sono le due ‘ali’ che fanno volare il Concilio.

Il relatore è stato stimolato dalle domande puntuali e ricorrenti del moderatore don Vincenzo Tosello, che gli ha permesso di ripercorrere in sintesi i vari documenti conciliari. Oltre agli aspetti già citati, quello nodale dell’ecumenismo, che trova risalto anche nella biografia del vescovo relatore, impegnato per anni nel mondo ortodosso e nella variegata realtà dei migranti. Inoltre, il tema della comunicazione nella Chiesa, punto nodale di un Concilio aperto al mondo. Anche alcune domande dal pubblico hanno permesso altre sottolineature: sull’intercomunione, sul fissismo e sulla mobilità della Chiesa, sullo sviluppo corretto del Concilio e sulle interpretazioni sfalsate. Il Concilio è un magistero straordinario della Chiesa, con una particolare assistenza dello Spirito Santo. Deve rimanere il punto di riferimento della storia successiva, anche rispetto ai pronunciamenti e agli avanzamenti dei ‘profeti’. Nella Chiesa tutti hanno il diritto di parlare e di proporre; rimane il fatto che il punto di unità e di comunione è segnato dal riferimento oggettivo ai documenti del Concilio, nella fedeltà al Magistero vivente della Chiesa. La parola di Dio non rimane chiusa nelle pagine della Sacra Scrittura, ma vive nella Tradizione vivente.

Nel suo complesso, la serata si è dimostrata efficace, attraverso una proposta equilibrata e saggia, che diventa occasione di approfondimento dei contenuti conciliari e uno stimolo a viverli nel presente. Il relatore è autore di alcune significative opere sul Concilio. L’ultima è uscita l’anno scorso e ha per titolo: Il Concilio Ecumenico Vaticano II – Per una sua corretta ermeneutica. La prima era uscita nel 2005: Il Concilio Ecumenico Vaticano II – Contrappunto per la sua storia. Si tratta di due corposi volumi editi dalla Libreria Editrice Vaticana.

Il prossimo incontro promosso dal Vicariato di Chioggia, sul rapporto Chiesa-Mondo secondo il Concilio, è previsto per venerdì 1° marzo in sala S. Filippo e avrà come relatore l’arcivescovo Dino De Antoni.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 5 del 3 febbraio 2013