Il ministero della governance

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Nella sua riflessione, alla due giorni di formazione del clero, don Andrea Toniolo individuava alcuni ministeri nuovi da coltivare in vista di comunità parrocchiali dal volto missionario. Il primo è il ministero della governance, cioè della gestione della vita parrocchiale che va dalla individuazione delle iniziative pastorali di annuncio e carità alla liturgia agli aspetti economici.

Il quarto cantiere del lavoro sinodale diocesano, sulle parrocchie sinodali, intravvede come uno dei suoi scopi quello di far maturare una responsabilità condivisa proprio sulla conduzione della vita parrocchiale. Questo già ci pone sull’orizzonte di interpretare il ministero della governance come un ministero assunto non da una singola persona ma da una equipe di persone che comunque ricevono dal vescovo un mandato. È sicuramente una visione nuova di parrocchia quella che viene posta in campo e anche una visione nuova sia del ministero presbiterale.

Non può essere scontato che questa scelta di direzione sia condivisa con entusiasmo perché porta in seno delle problematiche pastorali e teologiche su cui si discute da molti anni sia a livello accademico sia attraverso la formulazione di sperimentazioni pastorali diocesane. Ma è proprio la lettura del contesto ecclesiale e sociale attuale che ci permette di intravvedere questa strada come l’apertura necessaria per realizzare l’idea di Chiesa conciliare che ancora non abbiamo saputo incarnare. Il contesto sociale e culturale sono ormai secolarizzati e come civiltà cristiana dobbiamo riconoscerci una minoranza; inoltre dobbiamo affrontare la questione del calo delle vocazioni al sacerdozio e la gestione pastorale-economica di strutture che rimarranno inutilizzate.

Non si tratta però di voler inseguire un’idea ma far crescere una ispirazione che lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa universale e che continua a manifestarsi come un pungolo che ci stimola di fronte alla fragilità delle nostre parrocchie così come sono vissute oggi. Una ministerialità diffusa, in una parrocchia, è segno di una coscienza battesimale matura che si rende concreta in una testimonianza di vita e di servizio. Il ministero del presbitero recupererebbe la sua centralità come servizio di comunione e unità, incentrato sull’annuncio della parola e riverso a tessere relazioni fraterne. La missione di Cristo, che il presbitero è chiamato ad incarnare, chiede un ripensamento della potestà sacra che egli esercita in forza del sacramento dell’ordine in continuità con la missione di Cristo che di cui ogni battezzato deve sapersi caricare: la missione è la stessa per tutta la Chiesa, diversi sono i compiti che vengono affidati ai diversi ministeri a seconda che si tratti di ministeri ordinati o non ordinati.

In questo secondo anno di ascolto sinodale le nostre comunità parrocchiali dovranno affrontare la sfida di maturare alcune persone disponibili a formarsi alla corresponsabilità della conduzione diretta delle parrocchie assieme al parroco. Ci auguriamo che l’ascolto sia fecondo dei doni dello Spirito.

Don Simone Zocca

Delegato della pastorale