Sguardo pastorale

La missione della Chiesa e la nostra partecipazione

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Raccogliamo le risposte date al terzo gruppo di domande, poste nel questionario on line per favorire la consultazione sinodale in diocesi. Si chiedeva: “Quale ritieni sia la missione specifica della Chiesa? Ti senti parte di questa missione o del tutto estraneo e in che senso?”

Le risposte concordano ad individuare la missione principale della Chiesa nell’evangelizzazione. Emerge anche un senso più ampio e generale che vede la Chiesa inviata a muoversi in tutte le direzioni del vissuto umano: si evangelizza, ad esempio, lottando contro le povertà, le disuguaglianze, a favore della pace…

Bisogna dire che questa tensione ad illuminare con la luce del Vangelo la realtà sociale mirando ad interventi concreti è l’aspetto più condiviso e riconosciuto della Chiesa, da parte anche di chi guarda dall’esterno la Chiesa. È l’aspetto nel quale più facilmente, ogni fedele vi si può riconoscere e può trovare il proprio spazio di partecipazione: il volontariato per il sociale non manca nella Chiesa come fuori da essa e può essere considerato ancora come la mano forte della società nella quale viviamo. Ognuno nel suo piccolo può contribuire a sostenere opere di questo tipo; infatti, possiamo aggiungere, le raccolte di offerte da destinare a progetti di accoglienza e sostegno dei più poveri rimangono ancora significative.

Il volto più autentico della Chiesa è quello di una Chiesa in uscita. Ci vengono alla memoria le parole dell’apostolo Giacomo: «La fede, se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Gm 2, 17-18).

Le opere, però, vanno informate dalla Parola di Dio e sostenute da una spiritualità che va coltivata. L’ascolto della Parola di Dio e l’annuncio della stessa sono e rimangono due aspetti primari ed essenziali. Non è una missione semplice. Spesso è ostacolata dalla contro testimonianza di qualcuno. Altre volte non si riesce a far riscoprire il Vangelo come fonte di felicità e senso pieno della vita e, in questa missione, sembra mancare, a volte, la sintonia con la comunità locale o diocesana. Sembra dunque emergere una sorta di dicotomia tra ciò che è centrale della missione della Chiesa e la sua realizzazione, che soffre di alcune problematiche. Le ripropongo sotto forma di domande: se la missione dei discepoli di Gesù è quella di andare in tutto il mondo per annunciare il Vangelo perché il maggior impegno della Chiesa sembra profuso per la sacramentalizzazione? E poi: se annunciare il Vangelo è la missione di ogni battezzato, perché emerge una certa gelosia da parte di alcuni sacerdoti? Ancora: perché le nostre celebrazioni eucaristiche non sono vissute con uno stile più assembleare? Infine: perché a volte vengono messi da parte collaboratori laici che per anni si sono dedicati alla pastorale o non ci si serve più dei consigli pastorali parrocchiali?

Sono senza dubbio domande che nascono da sensibilità diverse, per provenienza e formazione, ma che informano sul volto di Chiesa che presentiamo a chi ci sta guardando.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale